Da un lato dei potenziali posti di lavoro, da un altro la possibilità di chiudere la filiera dei servizi socio assistenziali in un territorio che da sempre non eccelle in tal senso. Ha occupato gran parte della discussione dell’ultimo consiglio comunale di Orta Nova, la polemica sulla partecipazione al bando regionale per l’apertura di una Residenza Socio Sanitaria Assistenziale. Un progetto a cui il comune ortese ha partecipato in prima istanza nell’autunno del 2015, ottenendo più pareri negativi da parte della commissione esaminatrice.
LA CRONACA DI GIORNATA. L’ultima assemblea, tenutasi questa mattina, è stata caratterizzata dall’approvazione di tutti i punti all’Ordine del Giorno, tra cui il bilancio di esercizio 2016 e l’approvazione definitiva del nuovo piano strategico del commercio. In occasione dell’ultima convocazione, è scattata la surroga per Nunzia Magistris, la consigliera comunale subentrata al posto dell’esautorato Alfredo Ballatore.
LE INTERROGAZIONI. Nell’ultima assise, sono state discusse e dibattute diverse interrogazioni da parte dei consiglieri di minoranza. Lorenzo Annese ha avanzato i suoi dubbi in merito alle dimissioni dell’ingegnere collaudatore dei lavori sui canali e in merito al bando per i 16 alloggi di edilizia convenzionata. Il consigliere di minoranza Antonio Vece ha ripreso l’argomento “Rssa” cercando di capire come mai l’amministrazione comunale ortese stia continuando ad adire alle vie legali, nonostante più volte il progetto ortese sia stato rispedito al mittente. “Per quattro volte la commissione ha rigettato il piano strutturato dal nostro ufficio tecnico – precisa Vece – poiché sono state individuate diverse anomalie nelle voci dei costi e nel computo delle spese, fino a quando il comune di Orta Nova ha deciso di ricorrere al Tar contro la presa di posizione della Regione Puglia. Nel frattempo, tra consulenze e spese legali, le casse comunali hanno elargito la somma di € 70.000, senza ottenere alcun risultato e senza la possibilità di ottenerne in futuro. Mi chiedo dunque se non sia da prendere in considerazione il verificarsi di un danno erariale per l’Ente. Non capisco questa ostinazione, anche in virtù del fatto che di quei fondi stanziati dalla Regione per il nostro Ambito del sociale, gran parte siano stati assegnati al progetto di Stornara. Inoltre, anche grazie alla recente apertura della RSSA privata del Gruppo Marseglia, con sede ad Orta Nova, la necessità di questo intervento, dal punto di vista del bacino d’utenza, è venuta meno. A meno che non ci siano delle ‘mucche da mungere’” – ha concluso in maniera allusiva Vece.
LE SPIEGAZIONI DEL VICESINDACO. In risposta a questa lettura è intervenuta la dottoressa Laura Spinelli, assessore ai lavori pubblici, che ha seguito in prima persona tutta la cronistoria del braccio di ferro con la Regione. Dopo aver affermato la volontà dell’amministrazione di insistere in questo punto inserito nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche, anche per non vanificare gli investimenti effettuati finora, la stessa ha fatto emergere alcune inadempienze della commissione esaminatrice. “Dopo che abbiamo ricevuto il primo diniego, abbiamo riformulato il progetto secondo i passaggi che ci erano stati contestati. Nonostante ciò il progetto è stato considerato alla stregua della prima lettura, in maniera piuttosto superficiale. Dopo le modifiche della normativa sugli appalti pubblici abbiamo finalmente avuto la possibilità di presentare il nostro piano, ma poco prima la Regione Puglia aveva chiuso il bando, di fatto estromettendo il nostro Comune così come tanti altri”. Per questo motivo è stato presentato un ricorso al Tar, “facendo leva su un palese abuso di potere e sul venir meno dei principi di solidarietà e sussidiarietà”.
TARANTINO PRENDE LA PAROLA. Anche il sindaco, in accordo con la Spinelli, ha commentato tutto questo iter: “su questa vicenda sono sicuro che gli equilibri politici centrino e come, poiché c’è stato chi ha avuto tanto e chi ha avuto meno” – ha commentato Dino Tarantino, alludendo ai risultati ottenuti dal comune di Stornara e al fatto che l’amministrazione di centrodestra ortese sia chiaramente in disaccordo sul piano delle vedute con il Governo regionale di centrosinistra.
IL “NODO” GESTIONALE. Di particolare interesse, in merito a questa discussione, è stata l’osservazione fatta dal consigliere Lorenzo Annese, che si è detto scettico sulle reali capacità del comune di riuscire a gestire una struttura simile. “Non possiamo rischiare di ottenere una ‘fuoriserie’ per poi tenerla in garage” – ha affermato metaforicamente Annese. “Mi chiedo quale sarebbe stato il piano di gestione di una struttura simile, considerando il destino segnato per il Centro Polivalente Don Michele Ventrella, dato in chiusura per il prossimo giugno; considerando la chiusura di altri centri per anziani in città e lo stato dei servizi offerti dal Poliambulatorio di Orta Nova, in merito al quale ho già presentato un esposto alle autorità competenti”.