L’uscita di Prisoner 709, il nuovo album di Caparezza, ha scatenato, come ad ogni nuovo disco dell’artista pugliese, una ricerca quasi maniacale di tutti i particolari, anche minimi, nascosti nei testi e nei nuovi video. Nel video del brano di presentazione, il cantante di Molfetta, imprigionato in una cella, legge il libro “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” di Oliver Sacks. Si tratta di un’opera particolare, un libro medico, scritto da un neurologo, che parla di alcuni casi neurologici da lui affrontati. Il lettore potrebbe dedurre da questa descrizione che ci troviamo di fronte a un’opera di una noia estrema. Invece Sacks trasforma queste storie in racconti, in persone, identificando i pazienti con le loro abilità e non con le loro malattie. Un libro appassionante, che ci racconta di come un medico possa mettere dell’amore nella propria professione. Un testo per tutti. Mi ha colpito molto una domanda che spesso il Sacks/medico si pone rispetto al paziente: “Ha un’anima? E dov’è?”. Trovare l’anima è forse più importante che guarire.
Se fosse cibo:
Un piatto di un ricettario scritto da Luca Padua, un neurologo: polpette al burro e noce moscata.
Racchiuso in una frase:
Veniva istintivo parlare di lui come di una vittima spirituale, di un'”anima perduta”: era possibile che fosse stato realmente “de-animato” da una malattia? “Pensate che ce l’abbia un’anima?” chiesi una volta alle infermiere. La domanda le indignò, ma ne capirono la ragione. “Osservi Jamie nella cappella” dissero “e giudichi lei stesso”. Lo feci, e fui commosso, profondamente commosso e colpito, perché vidi un’attenzione, una concentrazione così intense e salde come mai avevo visto prima in lui e nelle quali non lo ritenevo capace. (p. 57)
Edizione Utilizzata:
Oliver SACKS, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Adelphi, Milano 2001
Dove trovare il libro:
E’ facilmente reperibile sui maggiori e-commerce italiani (mondadoristore.it, amazon.it, ibs.it) e nelle bancarelle online dell’usato (www.comprovendolibri.it, www.abebooks.it)