Una storia che risale al lontano 2013 oggi ha conosciuto il suo epilogo, in seguito all’ultima sentenza emessa dal Tar. I fatti sui quali è stata chiamata ad esprimersi la Sezione Prima del Tribunale Amministrativo di Bari riguardano lo sgombero ordinato dall’allora sindaco di Orta Nova, Iaia Calvio, della baraccopoli di Contrada Palata, una zona agricola e periferica del centro dei Reali Siti dove si erano stabiliti diversi nuclei rom e sinti.

WhatsApp Image 2018-01-17 at 21.55.23Il terreno sul quale sorgeva questo campo, con emergenze igienico – sanitarie diffuse, ricadeva all’interno delle proprietà di un’azienda agricola a cui era stato demandato l’obbligo di smaltire i rifiuti e ripristinare le condizioni di sicurezza e salubrità. L’azienda, dopo lo sgombero ordinato in data 27 settembre 2013, ha fatto ricorso contro l’atto del Comune e alcuni giorni fa ha avuto ragione, vedendosi riconoscere anche le spese di lite quantificate in € 2000. Il Tar ha annullato l’ordinanza del sindaco dopo aver riconosciuto che la ricorrente all’epoca avesse subito minacce e atti di vandalismo da parte degli occupanti, tali per cui si è vista impossibilitata ad agire come richiesto. Inoltre è stato dimostrato che “la mancata recinzione del fondo, atteso che non sempre la presenza di una recinzione è di ostacolo allo sversamento dei rifiuti, non può comunque costituire di per sé prova della colpevolezza del proprietario”.

Quello di 5 anni fa era un periodo particolare, in cui le parti politiche propinavano toni molto aggressivi sul tema dell’immigrazione e della presenza consistente di lavoratori stagionali. Il contesto nel quale si è trovata ad operare all’epoca la sindaca non è tanto dissimile da quello attuale, in un territorio (quello dei Reali Siti, ma più in generale di tutta la Capitanata) dove l’accoglienza diffusa ha mostrato tutte le sue falle, tanto da attirare l’interesse diretto del Ministero dell’Interno, a cui però non hanno fatto seguito, finora, azioni concrete.

1389633940349.jpg--non_c_e_pace_nel_pd__iaia_calvio___aspettiamo_l_esito_dei_ricorsi__frattarolo_fa_scelte_personali_“Nell’estate del 2013 – ricorda la Calvio – ci fu una campagna politica molto aggressiva da parte dell’opposizione, soprattutto quella riferibile all’attuale sindaco, dai forti connotati anti-immigrati. Si arrivò finanche a episodi di minacce e aggressione nei confronti delle associazioni che lavoravano con i bambini rom e sinti presenti sul territorio di Orta Nova”.

Oltre a contrada La Palata c’era una situazione analoga in via Carapelle, presso il cosiddetto “Hotel Africa”. Anche in questo caso si arrivò all’ordinanza di sgombero, in seguito a sopralluoghi dei Vigili Urbani e dei medici dell’Asl. “Tengo a sottolineare che – continua Iaia – entrambi le situazioni erano risalenti nel tempo a ben prima di maggio 2011, quando fui eletta sindaco. Benché non ci trovassimo in presenza di pericoli sanitari imminenti, le condizioni igieniche, ma soprattutto quelle umane, erano inaccettabili per chi quei luoghi li abitava”.

Prima del provvedimento furono fatti installare, in Contrada Palata, dei bagni chimici e cisterne di acqua, mentre si avviavano i primi tavoli tecnici in Prefettura, alla presenza di responsabili della Regione Puglia e di associazioni che operano nel settore. Ma la situazione, dopo l’ordinanza di sgombero, si mostrò subito difficile da gestire, poiché l’insediamento della Palata si trovava lì almeno da tre anni e non riguardava quindi lavoratori stagionali destinati a ritornare nei loro paesi di provenienza. Le operazioni di sgombero, iniziate nel luglio del 2013, si conclusero nell’ottobre successivo, e incontrarono diverse resistenze anche da parte dei proprietari del sito che oggi hanno avuto ragione, secondo i motivi esposti in precedenza.

WhatsApp Image 2018-01-17 at 21.55.27“In tutti gli interventi di smantellamento e bonifica si è deciso di coinvolgere i proprietari dei terreni” -afferma Iaia. “A costoro è stato chiesto di provvedere alla bonifica e a una maggiore responsabilità nella conduzione e nella vigilanza dei propri terreni, anche in collaborazione con l’ente comunale. Ad esempio, nello stesso periodo ci capitò di evitare che si formasse un nuovo insediamento: si stava infatti realizzando un vero e proprio campo per lavoratori stagionali con tanto di posti letto e allaccio alla pubblica illuminazione e in quel caso la proprietà si era attrezzata affittando il fondo a terzi. L’interlocuzione con i proprietari del sito di contrada da La Palata, invece, è stata complicata”.

Il sito della Palata era molto degradato, c’erano manufatti industriali semi-demoliti con macerie sparse sui terreni adiacenti ed era già stato usato come discarica abusiva scoperta casualmente dalla Guardia di Finanza. “Sembrava che la proprietà non se ne occupasse – riporta Iaia Calvio – e diciamo anche che troppo spesso tali incurie e tali atteggiamenti da parte dei proprietari hanno causato e causano non pochi problemi a intere comunità, con l’assurda conseguenza che poi magari i Comuni devono farsi carico delle spese di bonifica. A mio parere, i proprietari dei terreni hanno l’obbligo nei confronti della comunità di evitare che sui loro fondi ci siano situazioni di insalubrità o di degrado sociale. Non so se oggi quei terreni siano meglio sorvegliati e curati, né se saranno causa ancora di problemi per la comunità ortese. Rispetto alla sentenza – conclude la Calvio – penso che quando si hanno delle responsabilità di governo bisogna avere il coraggio e la responsabilità di affrontare i problemi, provando a risolverli e a volte anche rischiando di incorrere in errori o in forzature nell’interesse primario del bene comune”.

A distanza di cinque anni da questo passaggio storico così importante per la comunità di Orta Nova, il tema dell’accoglienza e dell’emergenza abitativa sul territorio sembra essere finito nel dimenticatoio. Lo scontro tra le parti politiche su questo argomento si è assopito, in un contesto che però non ha superato affatto le problematiche relative all’inserimento e all’integrazione degli immigrati. I dati diffusi dal Ministero testimoniano le percentuali record di stagionali presenti all’interno dei Comuni dei Reali Siti, Carapelle e Stornarella su tutti, ma il tema non è sull’agenda di nessuna delle amministrazioni locali. Un esercito di “senza volto” si muove nei campi del Basso Tavoliere e, dopo aver sopportato il giogo del caporalato, la sera continua a rincasare in luoghi fatiscenti al limite dell’umanità. “Eppure da qualche parte dovranno abitare queste persone” – conclude amaramente Iaia Calvio.

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