Per evitare altri fatti simili a quelli di Macerata è necessario che i fatti di Macerata siano chiamati con il loro nome: scelleratezza fascista e odio razzista. Luca Traini è soltanto uno di quei tanti borderline plagiati dalla violenta dialettica politica che individua nemici, alimentando l’odio sociale. Chi pensa che tutta questa spirale di violenza non abbia delle ricadute pratiche sulla vita del paese si sbaglia e il fatto che un ragazzotto rasato, in una tranquilla città del centro Italia decida di sparare all’impazzata contro innocenti cittadini con la pelle scura ne è la dimostrazione. Dovrebbero ripensarci quei telegiornali che ogni giorno mettono in evidenza le diversità, quei politici che fanno campagna elettorale su temi come immigrazione e integrazione. Roberto Saviano ha affermato che Salvini sia il mandante morale dei fatti di Macerata. Come dargli torto?
L’ex candidato alle amministrative con la Lega Nord (a Corridonia prese 0 preferenze nel 2017) ha agito ripercorrendo le strade del patimento di Pamela Mastropietro, la 18enne uccisa e fatta a pezzi pochi giorni prima da un nigeriano. Si tratta dunque di una vendetta sociale a tutti gli effetti, in un contesto in cui la giustizia non sembra essere in grado di dare le giuste risposte, in maniera tempestiva. Da ciò prende le mosse l’azione premeditata di questo folle di estrema destra che già nelle ore precedenti aveva annunciato il suo pogrom razziale. L’eco mediatico di questa vicenda sicuramente avrà degli effetti sulla campagna elettorale e altresì potrebbe innescare un effetto domino sui tanti “Luca Traini” che aspettano solo il “rompete le righe”. Per questo motivo la reazione dello Stato (e degli elettori) potrebbe essere l’unico argine alla degenerazione totale di un Paese che solo in queste occasioni si scopre affetto dal cancro del razzismo e della nostalgia fascista. Sembra quasi di rivedere gli anni di piombo, durante i quali Cosa Nostra lasciava i morti in strada eppure c’era qualcuno che diceva “la Mafia non esiste”. Ma l’approccio metodico di chi prova ad estirpare la gramigna in tempi non sospetti non è mai stato caratteristico dell’italiana.
Pare retorico ma è anche l’unico spiraglio di positività di tutta questa vicenda la dichiarazione della madre di Pamela poco dopo la sparatoria innescata da Luca Traini per le vie di Macerata: “La violenza non è la risposta, dobbiamo confidare nella Giustizia e nel lavoro della Magistratura”. Tutto mentre l’Italia appare sui giornali internazionali con delle scene e dei titoli che ricordano l’ordinarietà sciagurata degli USA. Alla luce di ciò è ancora lecito sottovalutare un problema ormai sotto gli occhi di tutti?