Non è ancora ufficiale la data delle elezioni amministrative a Carapelle ma sono ufficiali, invece, le due candidature che si contenderanno la fascia tricolore nel corso di questa primavera. Sono quelle di Umberto Di Michele (detto Roberto) per il Salto, consigliere comunale uscente e dottore commercialista, esperto di consulenza nel settore energetico; e di Antonio Ricci per Carapelle Futura, la lista civica espressione dalla locale sezione del Partito Democratico. Ricci è un ingegnere di Carapelle che, dopo la lunga esperienza nell’ufficio tecnico del suo Comune, ha da poco ottenuto un incarico a scadenza come esperto in attività tecniche per il Comune di Orta Nova. Di Michele invece è stato consigliere comunale d’opposizione in questi cinque anni, dopo aver perso alle ultime comunali contro Remo Capuozzo per una manciata di voti. Abbiamo intervistato entrambi i candidati per ascoltare, dalla loro voce, i rispettivi programmi e l’idea di paese che stanno proponendo nella campagna elettorale già entrata nel vivo in un paese attualmente sotto commissariamento prefettizio. Segue l’intervista doppia:



Sono tanti i problemi irrisolti nel Comune di Carapelle. In estrema sintesi, quali sono i punti programmatici della vostra proposta politica?

Di Michele: “Credo sia necessario far ripartire l’edilizia industriale e quella privata, cercando di sbloccare i vincoli di bacino che insistono sulla valle del Carapelle, in modo da attrarre investimenti e imprese da fuori. In questo senso sarà importante monitorare le opportunità di finanziamento che vengono presentate a livello comunitario, statale e regionale. E’ nostro interesse, altresì, intervenire in maniera drastica per il ripristino delle strutture che si occupano di sociale. Stiamo pensando di aprire degli sportelli di orientamento per i disabili, per gli extracomunitari e per i giovani, senza dimenticare le strutture culturali che vanno riempite di contenuti con progetti di gestione sostenibili”.

Ricci: “Il futuro non è semplice da organizzare, ma dobbiamo partire dal presupposto che la nostra terra ci viene lasciata in prestito dai nostri figli. Non si può ignorare il problema relativo all’ambiente, con la Sia che è in grave difficoltà. Seguendo le vicende che accadranno, sarà necessario strutturare un progetto ambientale a misura di paese. Sempre a riguardo dell’ambiente, abbiamo la volontà di creare un regolamento che coinvolga i privati nella gestione del verde, in modo che quest’ultimi possano trarre un ritorno di immagine con la pubblicità e la città possa presentare delle aree ben manutenute. Per ciò che concerne la cultura, questa non può esaurirsi con la presentazione di libri, ma deve basarsi su una programmazione condivisa tra tutte le realtà associative del territorio che devono necessariamente tornare a collaborare.

Uno dei più grandi nodi da sciogliere è quello relativo all’auditorium. Come pensate di rilanciare questa struttura che attualmente è in stato di abbandono?

Di Michele: “E’ una nostra priorità riattivare i contenitori culturali riempendoli di contenuti sostenibili e duraturi. Uno di questi è l’auditorium che potrebbe diventare un attrattore turistico, nel tentativo di intercettare i flussi che si muovono verso la zona commerciale dell’Incoronata. Per rilanciare questa struttura abbiamo pensato ad una gestione mista (pubblico – privata) che coinvolga aziende, compagnie teatrali e agenzie di spettacoli, ma che allo stesso tempo possa garantire al Comune di disporne a suo piacimento per lasciare spazio alle scuole, ai dibattiti e alle iniziative ricreative di paese”.

Ricci: “L’auditorium è una bella struttura che però è stata pensata senza un piano di gestione. Soltanto per pagare le utenze sono necessarie migliaia di Euro, a cui vanno aggiunti quelli per il ripristino della struttura che in questi anni ha subito diversi atti vandalici. Alla luce delle ristrettezze economiche del Comune sarà necessario coinvolgere i privati e le associazioni nella gestione dell’auditorium, non prima di aver pensato a dei lavori di ripristino e messa in sicurezza attraverso una convenzione con gli istituti di vigilanza”.

Chi sono i candidati che avete inserito nelle vostre liste? Quali sono i vostri e i loro riferimenti politici, dal locale al nazionale?

Di Michele: “La nostra squadra è quasi la stessa che si è presentata 5 anni fa alle ultime elezioni amministrative. Abbiamo dovuto cambiare soltanto due unità, poiché un candidato ha deciso di intraprendere una strada diversa, mentre un altro ha rinunciato per motivi familiari e di lavoro. Nella lista de Il Salto sono presenti perlopiù professionisti che sapranno dare il loro contributo tecnico al funzionamento della macchina amministrativa secondo le loro personali attitudini. All’interno della nostra squadra abbiamo già deciso che gli assessori saranno nominati tra coloro che otterranno il maggior consenso dei cittadini, subito dopo proveremo ad istituire degli assessorati senza portafoglio che si occupino di singoli temi specifici di grande interesse per la collettività. A riguardo dei riferimenti politici, non ho alcun problema a dire che ho votato per il Movimento Cinque Stelle alle ultime elezioni e che tanti della mia lista hanno fatto lo stesso, ma non ho appoggiato nessun candidato in particolare e né ho fatto campagna elettorale attiva. Per quanto riguarda Il Salto, essendo una lista civica, al suo interno accoglie diverse idee politiche, tant’è che tra noi ci sono personalità di sinistra e anche un candidato che ha fatto campagna per la Lega Nord a Carapelle durante le ultime politiche”.

Ricci: “La nostra lista di candidati è composta da 2 personalità che fanno riferimento alla locale sezione del Partito Democratico. Ma in generale le persone che rappresentano questo percorso politico vogliono interpretare un sentimento di totale rottura e discontinuità con il passato, perché è questo il desiderio che serpeggia tra la popolazione di Carapelle. Per quanto riguarda la sezione PD di Carapelle, abbiamo buoni rapporti con i vertici provinciale tanto che Lia Azzarone, segretaria provinciale, ha avallato la mia candidatura a sindaco di Carapelle così come hanno fatto congiuntamente tutti i vertici di Via Taranto. Ottimi sono i rapporti con l’europarlamentare Elena Gentile che è stata un punto di riferimento per il centrosinistra locale in questi anni.

Cosa pensi del tuo avversario alle elezioni? Quali sono tuoi punti di forza nei confronti del tuo avversario?

Di Michele: “Non parlo del mio avversario perché non lo conosco. Ultimamente hanno cacciato una polemica su un mio candidato che non si sarebbe preso cura del verde a Carapelle. Il signor Parrella però è soltanto un parente del responsabile della cooperativa del verde e in contesti così piccoli, dove siamo quasi tutti imparentati, è inusuale dover rispondere dell’operato di tutta la propria parentela. Per il resto mi auguro che sia una contesa leale e rispettosa, in un ambiente politico che ha già ottenuto il risultato meritorio ovvero quello di aver prodotto un ricambio nelle proposte di candidatura. Il punto di forza della nostra proposta politica è rappresentato dalle capacità professionali dei candidati. Oggi siamo una proposta matura che non lascia niente al caso e che si fonda sull’attività di opposizione che abbiamo fatto in questi ultimi 5 anni”.

Ricci: “Ci sono tante differenze tra il mio programma e quello de Il Salto, in primis a riguardo delle esternalizzazioni sulla riscossione dei tributi e dell’efficientamento della pubblica illuminazione. Sono sicuro che i cittadini sapranno cogliere le differenze. La mia candidatura si fonda sulla lunga esperienza a stretto contatto con il funzionamento della macchina amministrativa. Da questa esperienza negli uffici comunali ho colto degli insegnamenti che possono servire ad individuare una linea politica quanto più pragmatica e realistica possibile, anche perché qualsiasi indrizzo politico dovrà confrontarsi con le difficoltà logistiche e di bilancio. Oggi bisogna conoscere il problema per risolverlo”.



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