Diffondiamo integralmente il messaggio augurale del vescovo della diocesi Cerignola – Ascoli Satriano, Monsignor Luigi Renna, diffuso in prossimità della Santa Pasqua. 

Carissimi fratelli e carissime sorelle,

Quest’anno per augurarvi la Santa Pasqua introduco nelle vostre case un’immagine del signore dal titolo forse per voi nuovo, quello di Cristo Sposo. È la riproduzione di una icona orientale e anche di una scultura in pietra che si trova all’esterno di una delle porte laterali della Chiesa madre di San Francesco d’Assisi in Cerignola. Perché questa icona? Essa ci ricorda che il mistero della morte resurrezione del Signore è un mistero d’amore, non solo di dolore, anzi è un mistero di sofferenza vissuto con un amore totale, simile a quello di un uomo che ama la follia la sua Sposa. Ne parla. Proprio in questi termini San Paolo apostolo: “E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla Santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la Parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa senza macchia né ruga o alcunché di simile ma santa immacolata“ [Efesini 5,25-27]
Guardiamo l’immagine rileggendo questo brano della parola di Dio: Gesù è nudo, con i segni della passione, scende nel sepolcro con il volto sereno le braccia piegate, mentre dietro di lui troneggia la croce, che padri della Chiesa chiamavano anche “talamo“, cioè “letto matrimoniale“ il luogo nel quale questo Sposo ha amato la Chiesa sua Sposa. Quella Chiesa, miei cari siamo noi! Il suo amare ci ha raggiunti e uniti per sempre a Lui nel giorno del nostro battesimo (“purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la Parola”); il suo perdono e capace di cancellare le rughe del male che tante volte ci abita, che fa soffrire il nostro prossimo e ci fa “invecchiare“ nella ripetitività delle cattive abitudini (“per presentare se stesso la Chiesa tutta gloriosa senza macchia, né ruga“).



E allora cari fratelli e sorelle augurare buona Pasqua significa invitare a scoprire che Cristo ci ama come uno Sposo innamorato alla follia: Lui è lo Sposo, ciascuno di noi è parte di questa Sposa, la Chiesa, fatta di santi e peccatori. Cristo vuole rinnovarci: arrendiamoci al suo amore sponsale. Se la nostra vita personale si rinnoverà, diverrà più sincera, meno preoccupata del tornaconto personale e più attenta al bene comune, ne trarremo tutti giovamento, in famiglia, nella Chiesa, nella società civile.

Voglio usare anche un augurio un po’ scomodo in un tempo nel quale sembra che il matrimonio non sia più “di moda”. Vi auguro, cari sposi, cari giovani fidanzati, adolescenti e giovani, cari uomini e donne che vivete esperienze di coppia, di imparare ad amare da questo sposo, e andare a scuola dal Cristo crocifisso. Non vi accontentate di amorii futili e passeggeri, di relazioni che scadono nell’abitudine di stare “accanto” ,piuttosto che di essere “uno”; non desiderate un amore nel quale l'”io” è più importante del “noi”, e i desideri di un momento sono più forti delle promesse fatte nei giorni più luminosi della vita! Sappiate che donarvi pienamente per la persona amata, per i figli, è il più grande “investimento” della vostra vita. Se nelle nostre famiglie i genitori si ameranno con questo stile, cambierà in positivo il volto delle nostre città, perché questo clima di famiglia trasborderà dei focolari domestici per contagiare di familiarità tutte le relazioni, per trasformarsi in accoglienza anche di chi è solo o straniero.

“Come Cristo amato la Chiesa”; amate così il vostro partner e fin quando non desidererete di spogliarvi del vostro egoismo per lui o per lei non datevi pace. Anche a voi, uomini e donne delusi dall’amore, feriti dal lutto della vedovanza, single per tanti motivi, possiate sentire che questo amore sponsale vi dà slancio perché le vostre esistenze vestono gli abiti belli dell’amore che si dona senza misura. Non rinunciare ad amare e a perdonare, proprio come Cristo Sposo! Un ultimo pensiero va a voi cari ammalati che siete adagiati sulla croce del vostro letto: sappiate che anche da quel logo di dolore di pazienza si può amare e diffondere attorno a sé serenità e speranza. Sentite vicino il signore, sentitevi vicini! La Pasqua ci insegna l’amore vero, totale, quello che fa dire: “mettimi come sigillo nel tuo cuore (…) perché forte come la morte è l’amore“! [Cantico dei cantici 8,6]

La forza che il Cristo Sposo irradia su tutta la Chiesa, come la luce dolce di primavera, invada le vostre case, le vostre mense, i vostri talami nuziali, e vi faccia gustare la gioia di sempre rinnamorarsi! Auguri!

Luigi Renna Vescovo



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