Il legame indissolubile tra natura e l’uomo, nonostante quest’ultimo spesso se ne dimentichi, è il collante che tiene in piedi il mondo intero. E’ un concetto tanto astratto ma ricorrente nella storia dell’arte e delle raffigurazioni visive; è anche il tema cardine della mostra collettiva che si terrà ad Orta Nova dal 10 al 16 di settembre, a palazzo Ex Gesuitico, in occasione dell’XI edizione della Settimana della cultura organizzata dall’associazione culturale “L’Ortese” e dall’amministrazione comunale di Orta Nova.
Physis e Anthropos – la natura e l’uomo, appunto – è il titolo della mostra che coinvolgerà 12 espositori della provincia di Foggia che porteranno la loro tipologia di arte raffigurativa, il loro stile e il loro estro per abbellire la vetrina espositiva del palazzo storico ortese. Sotto la guida della maestra d’arte Serena Faccilongo, curatrice del progetto, sono stati selezionati alcuni pittori di Capitanata che prenderanno parte alla mostra cercando di raffigurare al meglio il tema prescelto. Il vernissage è previsto per lunedì 10 settembre alle ore 18, con i quadri che rimarranno esposti fino a domenica sera. Venerdi sera Luisa Andaloro, reduce dall’esperienza alla biennale di Venezia in qualità di critica d’arte, sceglierà l’opera che avrà meglio interpretato il tema dell’esposizione, dichiarandola vincitrice.
Seguono in ordine alfabetico le schede dei partecipanti che esporranno alla mostra:
Alessandro Tarantino, Alex, così si firma, si avvicina al mondo dell’arte pochi anni fa cominciando a seguire corsi di pittura presso l’Associazione Voce Nostra che da tempo si occupa volontariamente di promuovere l’arte tra ragazzi diversamente abili. Partendo dalla fascinazione subita dalle opere di Mark Rothko, Alex sviluppa in modo autonomo uno stile del tutto personale;
Anna Lisa Calvio, dotata di un innato istinto artistico, frequenta i corsi di pittura presso l’Associazione Voce Nostra e sotto la guida dell’insegnante Elia Di Tuccio, sviluppa uno stile unico gestuale e cromatico. Ha all’attivo già numerose mostre collettive e una personale presso la Fondazione dei Monti Uniti di Foggia;
Elia Di Tuccio, artista poliedrica che volge lo sguardo ad oriente abbracciando filosofie e concezioni di vita che influiranno particolarmente sulla produzione artistica. Arrivano così tecniche antiche ed affascinanti direttamente dal Giappone come la pittura Sumi, l’arte del riparare con l’oro le ceramiche (tecnica Kintsugi) e la poesia Haiku;
Filippo Quaranta, in arte “Nepo”, si impegna per dar vita ai collage e décollage servendosi di materiali di scarto culturale della società dei consumi: vecchie riviste, quotidiani, cartoline, manifesti pubblicitari. Setaccia i mercatini di quartiere, i rigattieri, i second-hand, le cantine e da nuova vita ad immagini in disuso. Ama definirsi “collagista rigorosamente analogico”;
Gerardo Iovino, giovane artista cerignolano che ama spaziare dalla pittura, alla fotografia, alle illustrazioni. Le linee e i chiaroscuri non si completano e svaniscono sul foglio, stimolando chi guarda a completare l’opera;
Leonardo Antonio Prisco, nato ad Orta Nova, completa i propri studi con il conseguimento dell’attestato di scuola professionale in elettronica, ma con l’amore della pittura sempre nel cuore. Terminato il periodo di lavoro attivo, ha potuto dedicarsi al volontariato ed alla sua passione: la pittura. Per affinare la propria tecnica ha frequentato il corso di pittura presso l’UNITRE e poi è stato accolto come allievo dalla prof.ssa Margherita Capozzi, artista di Ascoli Satriano. Prisco predilige la tecnica ad olio e a matita. I soggetti ritratti sono frutto della propria esperienza visiva e del bagaglio di immagini accumulato nei suoi viaggi. Le cromie vivaci e le pennellate movimentate rispecchiano il carattere gioioso e sereno dell’artista;
Lorenzo Tomacelli, illustratore cerignolano che trae spunto dai vigneti, dalla sua terra, dai paesaggi pugliesi, dalle tradizioni. Le tecniche predilette sono la pittura ad olio, i pastelli talvolta mescolandoli con maestria alle tecnologie digitali;
Lucia Caricone, in arte “Lumetta”, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Foggia in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo. Artista dal bisogno travolgente di tradurre in espressione figurativa l’osservazione della natura, per poi formalizzare, tecnicizzare, sistematizzare la sua ispirazione in un costrutto solido, elegante, originale;
Maurizio Valentini, scultore autodidatta, figlio d’arte (Antonio Valentini, Premio Bolaffi). I suoi materiali prediletti sono il legno d’ulivo, caratteristico per le sue sfumature e venature, ma all’occorrenza si lascia stimolare anche da tronchi e rami di quercia, faggio e selvatico di ciliegio. Le sculture di Maurizio Valentini nascono dall’ispirazione che l’artista trae dal pezzo di legno stesso;
Riccardo Faccilongo, pittore e fotografo autodidatta, nel corso della sua esperienza artistica, passa da movimentate ballate surrealiste ricche di quesiti ed introspezioni a placidi e poetici paesaggi. Espone in mostre collettive e personali a Foggia e nella provincia. Partecipa a numerosi premi di carattere nazionale ed internazionale riscuotendo successi. Le sue opere sono parte di svariate collezioni pubbliche e private. Attualmente vive, dipinge, sperimenta ed accresce la propria formazione artistica a Carapelle (Fg);
Samuele Romano, fotografo innamorato del suo territorio, comincia a fotografare puntando l’obbiettivo su paesaggi bucolici e distese agresti. Con il tempo arricchisce il proprio immaginario con scene di tradizioni paesane, ritratti. Unisce alla fotografia la passione per la musica ritraendo artisti del calibro di Nicola Piovani, Vecchioni, Eugenio Bennato, Sergio Cammariere, Fabrizio Bosso, Bill Evans, Chick Corea, Suzanne Vega e molti altri ancora;
Serena Faccilongo, artigiana e decoratrice di professione, pittrice e disegnatrice per passione, curatrice della mostra. Nelle sue prime tele passa da un astrattismo ben calcolato con pennellate decise miste a stucchi ad una arte “pop” con campiture omogenee e colori acidi. Gli ultimi anni hanno visto una produzione tutta nuova, china e pennini hanno preso il posto dei pennelli. La meticolosità del tratto e le ricche texture lasciano trasparire la natura da decoratrice;
“Questa mostra collettiva – spiega la curatrice, Serena Faccilongo – servirà a riservare uno spazio centrale ai tanti artisti del nostro territorio che spesso vengono apprezzati maggiormente al di fuori dei confini del territorio di appartenenza. Physis e Anthropos, in questo modo, diventa un espediente per riscoprire il legame tra l’uomo e la natura e di riflesso – conclude – il contatto tra l’artista e le proprie radici”.
Comunicato Stampa