Una pratica tanto diffusa ma poco conosciuta. Il Babywearing (indossare il bambino), rientra tra le sane pratiche di cura e di crescita del bambino appena nato fino ai 4-5 anni di età.
Esistono diversi strumenti per avvicinarsi a questa pratica, come spiega la consulente “Babywearing”, Pina Simone, “Ci sono i supporti non strutturati (fascia elastica e rigida), i semi strutturati (mei tai e ring sling) e gli strutturati (onbuhimo e marsupio ergonomico). In commercio è possibile identificare vari modelli realizzati con materiali e grammature differenti, in base alle caratteristiche fisiche del bambino e alla comodità dell’adulto. L’utilizzo di questi mezzi asseconda la naturale e perfetta posizione delle gambe e curvatura della schiena del bambino. La fascia elastica può essere utilizzata dal primo giorno di vita fino ai 6 kg poi sarà necessario adottare la fascia rigida o il marsupio ergonomico in base alle esigenze”. Per avvicinarsi al buon utilizzo di essi è consigliabile una guida esperta che sappia ben condurre ai movimenti e alla varie tecniche di nodi per creare un luogo comodo e sicuro per il bebè.
I vantaggi del babywearing sono molteplici, la consulente Simone ci spiega solo alcuni: contatto con il corpo del genitore, posizione fisiologica più adatta al bambino, sicurezza psicologica, libertà di movimento dell’adulto e facilità negli spostamenti. Infatti le fasce o i marsupi ergonomici accompagnano nella crescita il nuovo arrivato, lascia libertà di movimento all’adulto e permette la facile gestione di un altro figlio. Vantaggi che legati a quelli di natura psicofisica identificano il babywearing come pratica efficace nello sviluppo del bambino.
“Il contatto – spiega l’ostetrica Nunzia Miciaccia– tra il neonato e la mamma, è uno dei bisogni primari e fondamentali come il nutrimento. È auspicabile un precoce contatto skin to skin per migliorare l’adattamento alla vita extrauterina del neonato a livello fisico, nell’autoregolazione della temperatura corporea, nel battito cardiaco, nella frequenza respiratoria ed anche a livello emozionale. Persino la natura contribuisce a rendere meno difficile il distacco donando il medesimo odore tra il colostro, il latte materno dei primi giorni, con il liquido amniotico, tale da far individuare nel neonato un luogo conosciuto e familiare”.
Il babywearing agevola il contatto ed il graduale approccio con il mondo e nei dati sostenuti da Miciaccia e Simone, questo metodo diminuisce le possibilità di rigurgito ed il 43% dei bambini portati in fascia piange di meno. Con i supporti utilizzati il neonato acquisisce l’altezza dell’adulto e si sentirà coinvolto e partecipe della quotidianità del suo accompagnatore sviluppando un maggior senso di sicurezza.
Questa pratica può essere adottata sia dagli uomini che dalle donne. Per conoscere ed entrare nei dettagli del Babywearing sarà possibile assistere ad un incontro informativo gratuito con l’ostetrica Nunzia Miciaccia e la consulente di zona, Pina Simone, sabato 10 novembre alle ore 17.30 in Via Stornarella, 10 ad Orta Nova.