Sono tante le rilevanze archeologiche della Valle del Carapelle, finite in giro per il mondo a causa del fiorente mercato clandestino degli ultimi cinquant’anni. Una volta tanto, però, la storia di uno dei tanti reperti trafugati dalla provincia di Foggia ha avuto un lieto fine. E’ la vicenda dell’Apollo di Ascoli Satriano, una splendida statua di marmo dell’età adrianea (II sec D.C.) già da più di un decennio messa nelle disponibilità del Museo Civico locale, ma con una storia alle spalle piuttosto movimentata.
Come ha potuto ricostruire il giornalista Fabio Isman in un pubblicazione del 2009, la statua proverrebbe da scavi clandestini effettuati in Italia Meridionale, molto probabilmente nel territorio di Ascoli Satriano negli anni ’70. La straordinaria scoperta riportò alla luce una splendida raffigurazione del Dio Greco del Sole, quasi del tutto intatta, tranne per ciò che riguarda gli arti inferiori. Secondo la ricostruzione del giornalista, la statua fu venduta ad un mercante di diamanti belga-americano, dal trafficante di archeologia Giacomo Medici che l’aveva acquistata a sua volta da alcuni tombaroli di Orta Nova.
Successivamente la statua fu venduta per 2,5 milioni di dollari (più di due milioni di euro) al J.Paul Getty Museum di Malibu che recuperò anche una gamba mancante. Nelle corrispondenze private il direttore del museo americano comunicava al vicedirettore che probabilmente la statua era stata rinvenuta “in una villa distante 150-200 metri dalla tomba del trapezophoros“, quindi verosimilmente non molto distante dalle splendide rilevanze archeologiche emerse da Faragola.
Ma fortunatamente questa storia, a differenza di tante altre che ancora si ignorano, ha avuto un lieto fine. Nel 2007 la Statua di Apollo è stata restituita dal Getty Museum di Malibu all’Italia insieme ad altri 38 oggetti. Questa statua è tornata nel suo territorio di origine ed oggi è esposta all’interno del Polo Museale Civico di Ascoli Satriano insieme a tante altre bellezze archeologiche che la struttura ascolana conserva.