E’ tempo di bilanci per Elena Gentile dopo cinque anni di consigliatura al Parlamento Europeo. La portavoce del Gruppo Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici, membro della commissione per l’occupazione e gli affari sociali, nonché esponente del Partito Democratico, si racconta ai microfoni de Il Megafono dei Cinque Reali Siti facendo il punto sulle politiche comunitarie per le quali ha dato il suo contributo tra Strasburgo e Bruxelles.
Mentre si avvicinano le elezioni per il rinnovo dei seggi al Parlamento Europeo e si gonfiano le vele delle forze antieuropeiste in tutto il continente, l’ex assessore al welfare della Regione Puglia rivendica dei risultati ottenuti che spesso non hanno avuto – secondo il suo parere – la giusta rilevanza mediatica. “E’ necessario scardinare quell’idea di Europa matrigna” – afferma la Gentile ai nostri microfoni – “quell’Europa che si interessa soltanto delle lobby ed è lontana dai cittadini”. Dirlo nei tempi della difficile transizione della Brexit, suona come una rivendicazione forte nei confronti di chi ha ancora mire di fuoriuscita dall’Europa.
Ma è anche il momento storico caratterizzato dalla sortita europea del presidente della Repubblica Cinese Popolare, Xi Jinping, giunto in Italia e in Francia per sottoscrivere importanti accordi, proprio mentre il mondo comincia ad interrogarsi sul futuro del clima e quindi sulle ricadute del capitalismo industriale. Di recente l’onorevole Gentile ha offerto il suo contributo alla direttiva relativa all’impresa sostenibile, fissando ulteriori obiettivi per il prossimo decennio, tra i paesi membri.
“Grazie ad una ragazzina – il riferimento è a Greta Thunberg – pare che il mondo si sia svegliato. Ora è il tempo di dire basta, non solo rispetto al tema del riscaldamento globale, ma anche rispetto ad usi ed abitudini che sono assodate e che oggi vanno messe in discussione. Si pensi alla plastica, a riguardo di ciò abbiamo approvato in Parlamento la direttiva che impone la scadenza del 2021 per l’utilizzo della plastica non biodegradabile in tutto il Continente. Una misura drastica ma necessaria. Di concerto a questo anche le politiche premianti per quelle aziende ‘green’ che pongono in essere delle procedure virtuose nei processi produttivi, per affermare che l’impresa etica non solo è possibile ma è necessaria”.
Poi c’è il grande tema dei flussi migratori e dei reclami che alcuni paesi da tempo stanno avanzando alle autorità comunitarie. Secondo Elena Gentile, il nuovo piano di investimenti europei dovrebbe interessare direttamente l’Africa, per arginare la diaspora inevitabile e, al contempo, bisognerebbe riprendere quei tentativi di modifica del trattato di Dublino, ripetutamente accantonati. Parallelamente a ciò tanto ci sarebbe ancora da fare nelle politiche del lavoro, così tanto differenti tra i 25 paesi membri, ragion per cui si ritorna forzatamente al tema dell’Europa a più velocità e a quello delle diseguaglianze.
“Ma il futuro va in un’altra direzione – conclude Elena Gentile. “In questi anni, con il Gruppo dei socialisti e democratici abbiamo scritto parole nuove, in un’Europa dove il tema della Giustizia Sociale è stato posto al centro della programmazione. L’Europa può scrivere solo cornici e questo è un’altro limite per le politiche relative alla salute dei cittadini e per quelle che riguardano le tutele sul lavoro. Dopo il Piano Junker che ha funzionato molto bene nelle regioni del nord Italia, meno bene in quelle del Sud, come al solito purtroppo; il prossimo piano di investimenti di oltre 150 miliari di euro riguarderà, le politiche abitative, l’edilizia scolastica e per la prima volta la ricostruzione e riqualificazione delle strutture ospedaliere”.
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