Secondo i dati diffusi dal Comitato di Solidarietà alle vittime del Ministero dell’Interno, la Puglia sarebbe la Regione italiana con il maggior numero di casi di usura denunciati. Un aspetto positivo se si pensa alla capacità di fidarsi dello Stato, ma un aspetto negativo se ci si ferma alle fredde statistiche della piaga sociale. Sempre più famiglie, infatti, sono tra l’incudine e il martello, con situazioni di indebitamento difficili da sostenere, a seguito della perdita del lavoro o, come accade spesso, per dipendenza da gioco d’azzardo.


In provincia di Foggia c’è una realtà che da oltre vent’anni prova a dare ascolto a queste persone che vedono progressivamente sgretolarsi le speranze e si rivolgono agli strozzini per provare a tirarsi fuori dalle sabbie mobili.  Si tratta della Fondazione Antiusura Buon Samaritano di Foggia che agisce contemporaneamente su due piani, quello dell’educazione finanziaria e della prevenzione e quello dell’assistenza legale e della costituzione in parte civile ai processi per conclamata usura.

Dal 1995, su impulso della Diocesi Foggia – Bovino, la Fondazione di Via Cantù, ha raccolto un gran numero di professionisti locali in un unico contenitore che ha trovato una cornice formale attraverso la legge “antiusura” n. 108/1996. “Il nostro obiettivo – spiegano dalla Fondazione – è quello di dare un punto di riferimento certo e affidabile a chi si trova a rischio usura, perché soffocato dagli arretrati di rate e bollette, da spese impreviste o dai debiti contratti con il gioco d’azzardo. E a chi già è stato costretto a rivolgersi agli aguzzini che popolano il mercato nero del denaro. Offrendo un approdo sicuro, quando il mare è in tempesta”.

In oltre un ventennio di maturata esperienza all’ascolto dei casi più difficili rilevati sul territorio, la fondazione foggiana ha conseguito importanti risultati, soprattutto grazie al fondo di solidarietà che a livello ministeriale viene riconosciuto dalla predetta legge, per porre in essere azioni di prevenzione. Ad oggi sono oltre 3500 le persone assistite, con oltre 10 milioni di Euro concessi in prestito certificato dall’inizio di questo percorso. “L’operato della fondazione – spiegano dallo staff – è vincolato alla normativa e prevede dei requisiti ben precisi per ricevere assistenza. Nonostante ciò, i numeri testimoniano la grande utilità di questo strumento, soprattutto sul fronte dei prestiti certificati”.

Con gli standard di vita che si livellano verso l’alto, congiuntamente al disfacimento del bagaglio valoriale della società, il quadro, anche in provincia di Foggia sta radicalmente mutando. Sempre più difficile dipingere una cartina geografica delle emergenze sull’esteso territorio foggiano, ma le ultime stime sul gioco d’azzardo restituiscono un quadro inquietante dalla Capitanata visto che, soprattutto dai Monti Dauni e dal Basso Tavoliere, aumentano le risorse impiegate nel gioco d’azzardo. “Un male che porta tante persone sul lastrico e da cui dipende la preoccupante stima dell’indebitamento medio che è in drastica crescita negli ultimi anni” – affermano da FBS. “Se prima ci trovavamo di fronte casi di indebitamento dai 20/30 mila Euro, oggi l’ordinarietà supera i 50 mila Euro”.  Anche i Comuni dei Cinque Reali Siti non se la passano bene, con emergenze che derivano soprattutto dalla precarietà lavorativa e dalla perdita del lavoro, con mutui e prestiti a carico che invece rimangono una certezza.



Spesso è la sfortuna ad influire, ma spesso è anche una dipendenza o un’imprudente fiducia riconosciuta in capo a persone sbagliate. Per questo motivo è obiettivo della Fondazione quello di partire con l’educazione e la prevenzione già dall’età scolastica. In questa direzione, infatti, vanno le iniziative volte ad incentivare e premiare percorsi virtuosi tra gli studenti delle scuole superiori del territorio, tramite bandi e borse di studio. Così la fondazione vuole guardare al futuro, con il motto “non arrenderti, una soluzione c’è”.  “Poi bisogna ulteriormente sensibilizzare e spiegare quanto sia necessario denunciare” – concludono dalla Fondazione – “spesso l’aguzzino viene visto dalle vittime come una persona che può aiutare, fino a quando queste persone si prendono tutto…”.

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