Continua la battaglia politica e istituzionale per allestire di reperti il museo civico di Herdonia, che in questi giorni festeggia il secondo anniversario dalla sua apertura. Mentre iniziano a prendere forma i progetti per i supporti espositivi e si inizia a ipotizzare qualcosa dal punto di vista della gestione definitiva, un altro reperto, attualmente negli archivi di un altro museo, viene reclamato dall’amministrazione comunale di Ordona.
Lo scorso 5 marzo, infatti, dall’ufficio del sindaco, Serafina Stella, è partita una richiesta formale, indirizzata al direttore del Museo Archeologico di Canosa di Puglia, Dott.ssa Anita Rocco, riguardante alcuni reperti rinvenuti nel territorio di Ordona e attualmente conservati nei depositi del Museo canosino. “Si richiede di poter autorizzare la consegna presso il nostro museo – si legge nella missiva – dei reperti archeologici depositati presso il museo archeologico di Canosa di Puglia, ciò al fine di sottoporre ai competenti organi la fase successiva di studio e valutazione per le successive fasi espositive”.
In particolare, tra i reperti reclamati dagli ordonesi, ci sarebbe uno scudo preromano rinvenuto nei pressi di uno scavo effettuato durante la costruzione di un’abitazione privata nel Comune dei Reali Siti. All’epoca del ritrovamento, il proprietario del terreno decise di incaricarsi in prima persona delle opere di restauro di questo reperto che, in seguito a varie peripezie, finì a Canosa. Di recente, gli amministratori del Comune di Ordona hanno scoperto dell’esistenza di questo reperto di pregio e hanno avviato dei dialoghi con la dirigenza del museo dove è depositato, per riportarlo ad Ordona ed arricchire un museo civico che tuttora appare spoglio e privo di rilevanze archeologiche da ammirare, nonostante il vicino sito abbia negli anni fatto emergere ritrovamenti sensazionali.
Negli ultimi mesi sono stati tanti i tentativi di portare ad Ordona qualcosa che possa dare un valore aggiunto al Museo Herma di recente apertura. Mentre si attende la musealizzazione dei reperti emersi dalla campagna di scavo di Italfer lungo la vicina tratta ferroviaria, l’Amministrazione ha più volte richiesto il drappo del cavaliere (il più antico per datazione, rinvenuto proprio ad Ordona), oltre ai tanti corredi funerari che sono musealizzati presso altre strutture della Capitanata. Ma, fino ad ora, questo tira e molla istituzionale, che ha visto coinvolta anche la Sovrintendenza, non ha dato alcun risultato positivo per la struttura museale ordonese che, nei prossimi mesi, sarà anche oggetto di lavori di riqualificazione e messa in sicurezza.