Diffondiamo integralmente la lettera molto toccante che ha inviato alla redazione de Il Megafono, Grazia Lombardi, infermiera del reparto di rianimazione degli Ospedali Riuniti di Foggia, in prima linea nella battaglia contro il COVID-19.
Quando qualcosa è più grande di te, tu devi essere più grande di tutto! Il virus COVID-19 è piombato bruscamente nelle nostre vite sconvolgendo l’esistenza di tutti ma soprattutto di noi professionisti sanitari che, da un momento all’altro, abbiamo dovuto far fronte a questa emergenza, a qualcosa di più grande di noi. Ed eccoci qui, quotidianamente, con i nostri tutoni, mascherine, doppio paio di guanti, calzari, schermi facciali pronti ad entrare in quel reparto che da un giorno all’ altro si è dovuto reiventare trasformandosi in un campo di battaglia. Il clima è pesante fisicamente ed emotivamente: non puoi toccarti, non puoi respirare, non puoi fare pipì… a fine turno ti ritrovi i segni sul volto.
Abbiamo il terrore di commettere errori, paura di contagiare e contagiarci eppure siamo gli infermieri di sempre, quelli che non vogliono essere lodati, non vogliono alcun tipo di riconoscimento economico perché noi infermieri vogliamo solo che ci aiutiate, vogliamo solo che ogni singolo cittadino faccia la propria parte: abbiamo il diritto di vivere! Questo virus colpisce proprio tutti, non solo come erroneamente si pensa anziani o con patologie. In terapia intensiva ci sono numerosi giovani, la cui vita dipende da un ventilatore meccanico e da farmaci che consente loro di respirare e garantisce le funzioni vitali. Tanti arrivano vigili e coscienti, ci chiedono quando si risveglieranno…ci sentiamo a pezzi, promettiamo loro che ce la faranno. Tanti cii chiedono di salutare parenti ed amici. Ebbene sì, da quel momento in poi molti di loro saranno intubati, sedati, collegati ad una macchina e non avranno più alcun tipo di contatto con l’esterno.Spesso si muore e si muore soli.
Intanto noi infermieri con il viso stremato dopo turni massacranti torniamo a casa con il fardello sulle spalle della responsabilità, con la sensazione di perdere pezzi di vita di chi ci sta intorno, con la consapevolezza che il giorno seguente la sveglia suonerà interrompendo i nostri sogni agitati per dirci che è il momento di tornare nuovamente in campo.
Restate a casa, se non lo fate i reparti non potranno più accogliere nessuno e quel nessuno potrebbe essere un vostro caro. Volete avere questo peso sulla coscienza? Restate a casa perché spesso i sintomi non si presentano ma possiamo avere il virus e contagiare altri. Uscite solo per commissioni indispensabili ed osservate sempre tutte le disposizioni date per evitare il contagio. Restate a casa, abbiate un po’ di pazienza, tutto dipende da noi, dai nostri comportamenti. Tutto finirà prima o poi ma se non ci date una mano noi professionisti sanitari da soli non riusciamo a salvare il mondo. Restate a casa se volete bene a voi stessi e alla collettività. Il virus è potente ma dimostriamo che noi lo siamo di più. Insieme ce la faremo!”.
Grazia Lombardi,
Infermiera di Rianimazione Ospedali Riuniti di Foggia