Il Coronavirus sta mutando i comportamenti dell’uomo ma anche il tessuto economico locale dell’Italia intera, con aziende ed esercenti costretti ad osservare chiusure, restrizioni e in tanti casi un’inequivocabile crisi che riguarda più settori. Con il DPCM dello scorso 13 marzo volto a contenere il contagio da Covid-19 sono stati costretti a chiudere parrucchieri, barbieri, centri estetici; luoghi dove si svolgono dei servizi che non sono stati reputati di prima necessità. A distanza di quindici giorni questo settore così ampio e caratteristico della società italiana è tra quelli più colpiti dalla crisi, ma anche quello con più paradossi, storture e furbate dei soliti trasgressori della legge che, anche in questo caso, non stanno mancando.
Uno tra i più importanti esponenti del settore della barberia italiana, Franco Fazi, titolare e ideatore del Barbitonsore di Orta Nova, ha analizzato il momento difficile per l’Italia intera e, nello specifico, per il suo settore che vive di prossimità con le persone e di reciproci scambi di umanità. “La triste fotografia del momento – come afferma lo stesso Fazi – mostra una larga maggioranza di partite iva, titolari di saloni e professionisti artigiani che si sono adeguati alle norme restrittive, posando forbici e pettini. Ma in giro ci sono alcuni collaboratori di saloni e in parte anche titolari che, in barba alle regole, stanno praticando a domicilio, raggiungendo le case dei clienti o adibendo le loro abitazioni a luogo di lavoro. Tutti comportamenti che espongono al rischio di contagio” – spiega a Il Megafono.
Sul tema ha fatto rumore la goliardica reprimenda del sindaco di Lucera,
Antonio Tutolo, rivolta contro questi barbieri e parrucchieri “a domicilio” e contro i clienti che, anche nel bel mezzo di una pandemia globale, proprio non riescono a dire no al taglio dei capelli. Ma se per quanto riguarda l’aspetto fisico, l’estetica e la cura dei dettagli si può e si deve sempre procrastinare, nel settore del taglio dei capelli per uomo spesso si rischia di andare in contro alle insistenti richieste dei clienti che alcuni barbieri, contravvenendo alle regole in essere, decidono di assecondare. “Perché in questo sempre più consueto dialogo telefonico con i clienti – così come sottolinea Fazi – spesso rischia di venir meno un rapporto fiduciario, fortunatamente solo nei confronti di quella ristretta parte di richiedenti che non ha ancora capito la gravità della situazione che stiamo attraversando”.
“Tutti dobbiamo osservare le regole per salvaguardare la nostra salute” –
afferma Franco Fazi. “Ma è pur vero che, stante così le cose, con il passare delle settimane, bisognerebbe rivedere il campo delle restrizioni, perché i soliti furbetti continuano a lavorare, a discapito della salute pubblica e di chi si è adeguato alla normativa. Quando l’Italia potrà intravedere la luce – conclude Fazi – penso che il nostro settore possa essere uno dei primi a riaprire i battenti, osservando stringenti obblighi di tutela dell’igiene e della salute pubblica, da controllare in maniera stringente. Con le dovute precauzioni (ed escludendo il taglio della barba che implica estrema vicinanza al cliente) si potrebbe lentamente ricominciare, per dare una cornice formale a qualcosa che tanto continua comunque ad avere un proprio corso, nel sottobosco dell’illegalità, senza alcuna forma di igiene e sicurezza, direttamente nelle case delle persone”.
Salve, Mi batto insieme ad una maggior parte di colleghi del paese in un cui esercito la professione di barbiere, nella vostra stessissima causa. Abbiamo anche aderito alla realizzazione di video per sensibilizzare Barbieri e clienti che nn sriepettavano le regole varate dallo stato. Pertanto le dico che proprio ieri ho discusso cn alcuni del gruppo che c’è da farsi sentire duramente con le istituzioni locali ove vige un comune commissariato…#NOICIRISPETTIAMO