Dallo scorso 25 gennaio non si hanno più notizie di Blerim Veza, 46enne di origini albanesi che da anni risiedeva ad Orta Nova. Sulle sue tracce si sono messi alcuni suoi amici che, grazie alle autorità preposte, sono in contatto con i parenti che risiedono a Durazzo. Le ricerche, affidate agli appelli suoi media italiani e stranieri, finora non hanno fruttato alcuna notizia rassicurante.
Proprio verso la località costiera albanese era partito Blerim lo scorso 27 dicembre. Aveva in programma una visita ai parenti per le festività di Natale, progettava di rimanere qualche settimana e poi ritornare. Ma Blerim non è più tornato ad Orta Nova, la cittadina della provincia di Foggia dove da anni svolgeva impieghi saltuari. Ultimamente aveva trovato una certa stabilità lavorativa che gli consentiva di avere anche la documentazione necessaria per il permesso di soggiorno. Viveva in un casolare di campagna che gli era stato concesso in comodato d’uso gratuito. Ecco perché è impensabile che Blerim abbia deciso deliberatamente di non tornare più ad Orta Nova.
Arrivato in Italia negli anni ’90, durante gli sbarchi degli albanesi lungo le coste pugliese, Blerim aveva lavorato per circa dieci anni nella città di Torino come operaio edile. Una volta fallita la ditta dove lavorava aveva deciso di trasferirsi ad Orta Nova (la località che lo aveva accolto sin dall’inizio del suo viaggio verso una nuova vita). Qui Blerim si era fatto molti amici, alcuni dei quali si prendevano costantemente cura di lui, anche nei momenti più difficili. Come ad esempio quando la sua abitazione andò a fuoco, oppure quando ebbe un infarto. Tra questi amici vi è Carlo Colantuono che ora è in ansia per questa misteriosa scomparsa.
“Il 27 dicembre Blerim è partito per Durazzo, imbarcato dal porto di Bari, per passare le vacanze natalizie con sua madre e i suoi familiari” – racconta il signor Colantuono a Il Megafono. “Durante il periodo di permanenza in Albania ci siamo sentiti varie volte, ci chiamava dal numero di sua madre. Il 24 gennaio ha chiamato dal suo cellulare utilizzando l’applicazione whatsapp e mi aveva riferito che non lo avevano fatto imbarcare dal porto di Durazzo in quanto non aveva tutti i documenti in regola, e che poi era andato a Tirana all’ambasciata per chiedere se ci fosse la possibilità di poter tornare in Italia. Ma gli è stato detto che non era nelle condizioni di avere alcun visto temporaneo”.
A questo punto il racconto degli spostamenti di Blerim diventa più misterioso e confusionario. Secondo quanto si è cercato di ricostruire, potrebbe aver deciso di rientrare tramite il trasporto su gomma, lungo la tratta balcanica, attraversando alcuni stati via terra. Durante questo trasferimento – aiutato chissà da chi – Blerim si sarebbe spostato verso la Bosnia. In questi frangenti avrebbe chiamato il suo amico Carlo per chiedere dei soldi che sarebbero serviti a pagare il viaggio. Carlo ha provveduto ma poi non ha avuto più notizie del suo amico. “Il 28 gennaio gli ho inviato un messaggio sempre tramite whatsapp ed è stato letto ma non ho avuto nessuna risposta, l’ho chiamato nei giorni successivi ma il telefono risulta sempre spento”.
Ed è qui che si addensano le nubi più fosche. Blerim potrebbe essere finito nella morsa del traffico dei migranti che, il più delle volte, risulta essere una morsa mortale. A maggior ragione, in epoca di Covid, gli sposamenti sono diventati ancora più selettivi, con veri e propri episodi di violenza documentati da numerose inchieste giornalistiche. Alcune migliaia di migranti, infatti, diretti nei paesi europei, passano dalla Rotta Balcanica che si snoda, da Sud verso Nord, dalla Bosnia alla Croazia, dalla Slovenia all’Italia. In ognuna di queste Nazioni, questi poveri disperati vengono respinti anche con estrema violenza.
Poiché Blerim ha deciso di spostarsi proprio lungo quella tratta, per rientrare in Italia, c’è il rischio che possa essere finito in un qualche zona grigia. Questo è il motivo che tiene in apprensione tutta la comunità di Orta Nova, di cui Blerim ormai era parte integrante. “Chiediamo che anche una Procura Italiana possa prendere in carico la sparizione di Blerim “- conclude Carlo. “La famiglia ha già sporto denuncia in Albania, ma Blerim era anche italiano e quindi cerchiamo giustizia anche da qui. Speriamo che il nostro appello sia ascoltato da chiunque sappia qualcosa”.