Durante la formazione della Giunta Comunale di Cerignola, la delega ai servizi sociale è stata oggetto del contendere. La sua assegnazione ha addirittura causato al sindaco Francesco Bonito la rottura definitiva con un alleato ritrovato, quel Tommaso Sgarro che ora siede tra i banchi della minoranza. Questo perché il sociale è tema di grande interesse e valore, sia per le emergenze presenti in città, sia per il peso specifico degli aspetti da gestire che pongono la relativa delega quasi agli stessi livelli d’importanza di una delega ai lavori pubblici. A prendere le redini del sociale a Cerignola c’è Maria Dibisceglia, già consigliera comunale d’opposizione nella consiliatura precedente ed esponente del Partito Democratico. A questo importante incarico si aggiunge quello da vice-sindaca, come ulteriore responsabilità da onorare.

Ai nostri microfoni, la neo-assessora spiega il suo modello d’azione in netta contrapposizione con quello che è stato l’operato di Rino Pezzano, il suo predecessore che ha amministrato il sociale quando era sindaco Franco Metta. “I cittadini ci hanno scelti per andare oltre il modello Metta e quindi oltre il fantomatico modello Pezzano, che hanno portato la città al degrado più assoluto” – afferma tranchant Maria Dibisceglia. “Per dare la misura della bassezza basti pensare che nell’ultimo consiglio comunale Pezzano ha intimato al sindaco di non frequentare i posti creati sotto la sua gestione, come se la città fosse sua. Questa impostazione va modificata alla radice, non ci sono feudi, i bisogni dei cittadini restano a prescindere da quale sarà l’amministratori di turno”.

Nelle prime uscite ufficiali la neo delegata al sociale (che si occuperà altresì di politiche del benessere e inclusione sociale, contrasto alla povertà e alle fragilità, politiche abitative, Piano sociale di zona e presidenza coordinamento istituzionale dell’ambito territoriale di Cerignola) ha visitato già alcuni luoghi dove si opera fattivamente per costruire quell’infrastruttura del welfare di cui la città non può fare a meno. In questi giorni i Centri Antiviolenza hanno aperto nuove sedi in tutto il territorio dell’Ambito di Cerignola, al Cercat è stato inaugurato un importante progetto di inclusione, mentre l’intera Amministrazione è già a lavoro per la futura costruzione di un asilo nido in zona “Santa Barbara”. Sono stati giorni in cui si sono susseguiti i primi incontri con le associazioni e gli attori che a vario titolo operano nel settore del sociale. “È strategico, per un ente pubblico, fare rete con le associazioni” – afferma l’intervistata. “Sono loro il cuore pulsante del terzo settore. Il Covid ha dimostrato che senza una rete solida, di associazioni di volontariato o di servizi, questa pandemia e il disagio sociale ad essa connessa, avrebbero avuto dimensioni ancora più disastrose. Il coinvolgimento non è soltanto retorico, ma una strada obbligata”.

Durante il periodo più duro della pandemia la macchina amministrativa del Comune, anche per via della carenza di personale, ha dimostrato tutta la sua farraginosità nel dare risposte celeri alle istanze dei cittadini. Anche su questo la politica può intervenire, come già è stato fatto in altri settori, per riorganizzare il personale e ottimizzare il funzionamento degli uffici. “Come promesso in campagna elettorale” – aggiunge Maria Dibisceglia – “abbiamo iniziato un percorso di stabilizzazione a tempo indeterminato dei dipendenti precedentemente assunti a tempo determinato, proprio perché la mole di lavoro e di disagio in questo territorio, anche a causa della pandemia, è cresciuta a dismisura”.

Le cose da fare sono tante, ma quali sono le priorità per i primi 100 giorni? “È sempre difficile rispondere ad una domanda del genere, perché appena insediati si susseguono nuove criticità e nuove urgenze che impongono una riprogrammazione costante” – conclude l’assessora. “Puntiamo all’assistenza più puntuale degli anziani con appositi bandi già in cantiere, abbiamo messo mano all’edilizia popolare con interventi che daranno i frutti nei prossimi mesi. Inoltre pensiamo a percorsi di reinserimento lavorativo di persone fragili e stiamo approntando progetti innovativi per il complesso mondo delle disabilità. Il cammino è lungo e tortuoso ma non mi spaventa”.

FONTE: L’IMMEDIATO



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