I consiglieri comunali di minoranza, a Carapelle, hanno chiesto un consiglio monotematico per discutere lo spinoso tema degli espropri sul torrente Carapelle. Il progetto di riduzione del rischio idrogeologico, mediante la costruzione di muri ad altezza variabile e vasche di contenimento, è già definitivo ma le polemiche di certo non si sono arrestate, soprattutto tra i proprietari terrieri ai quali è già stato notificato l’esproprio. Dopo la riunione tenutasi settimana scorsa in Regione Puglia si sono ridotti i margini di trattativa, per cercare di rivedere un progetto che nasce già dal lontano 2019 e che nell’ultimo anno ha ricevuto una decisiva accelerata.
Figura cardine di questa delicata fase, nella cittadina dei 5 Reali Siti, è Antonietta Cavatasso che ad oggi risulta essere assessora del Comune di Carapelle, ma anche proprietaria di una delle particelle da espropriare. L’esponente della maggioranza possiede circa 7000 metri di terreno nell’area prospiciente al Torrente, su cui insiste anche un complesso in muratura fatto costruire nel 2021. Così come altri 50 proprietari, ha appreso da circa un mese di essere destinataria della procedura di esproprio e da quel momento in poi si è attivata per far sentire la propria voce di dissenso nei confronti dell’amministrazione comunale di cui fa parte.
“Abbiamo scoperto quanto stava accadendo soltanto per pura casualità, poiché essendoci oltre 50 interessati la Regione Puglia non aveva l’obbligo di notificare personalmente la procedura, ma soltanto di affiggere all’albo pretorio. Per tanti agricoltori è stata una vera e propria beffa – racconta la Cavatasso – in quanto rischiano di andare in fumo decenni di sacrifici delle persone. Abbiamo trenta giorni per opporci (scadono il 3 aprile, ndr), ma trattandosi già di un progetto esecutivo, con i pareri depositati in conferenza dei servizi, sicuramente abbiamo poco margine per avere ragione”.
L’intervistata racconta di essersi mobilitata personalmente per raccogliere delle firme. Tra i sottoscrittori, attualmente, ci sono circa 40 possessori dei terreni da espropriare. “Coloro che non hanno firmato sono coloro che non abitano più a Carapelle o che non conosco personalmente” – afferma l’assessora. “Noi chiediamo che il progetto sia bloccato, ma in alternativa ci accontenteremmo anche di rivederlo, venendo incontro alle esigenze dei privati. Il cantiere non è ancora stato aperto, quindi continuiamo ad avere ancora un briciolo di speranza”. Continuerà a far parte della maggioranza nonostante la sua opposizione al progetto? “Non posso saperlo, il sindaco aveva annunciato il ritiro delle mie deleghe, ma ad oggi nulla si è concretizzato”.