Foggia è sommersa dai rifiuti e siamo in emergenza. E in emergenza, la storia ci insegna, si fanno cose che normalmente non si potrebbero fare ma che ci allontanano dall’affrontare correttamente i problemi. La differenziata è a livelli molto bassi e si continua con la raccolta di prossimità ma i cassonetti sono abbandonati, rotti, sporchi e mai sterilizzati. Sarebbe utile, se non necessario, riorganizzare i modelli attuali di raccolta in quanto fallimentari e investire su condizioni di maggior successo (tipo raccolta porta a porta e altre buone pratiche di Comuni “ricicloni”), purtroppo il dibattito si muove su nuove proposte di riorganizzazione del sistema rifiuti che comunque è un grosso problema.  

I rifiuti ingombranti sono abbandonati vicino ai cassonetti dando una immagine di degrado e di abbandono della città. Le colpe di chi sono? Foggia è invasa dai rifiuti ed il problema è diventato allarmante, perché purtroppo oltre a non venire raccolti, rendono impraticabile il camminamento sui marciapiedi e talvolta anche l’attraversamento stradali oltre a problemi di natura sanitaria per i cittadini. Qualsiasi cassonetto urbano dei rifiuti ci restituisce una scena degradante e ci ripropone lo stato di emergenza. Non è possibile ciò che a tutt’oggi accade specie perché i cittadini foggiani pagano a peso d’oro la tassa sui rifiuti e avrebbero diritto a vivere in una città quantomeno pulita.

Vogliamo vivere in una città in cui la raccolta differenziata sia effettuata in modo corretto con il coinvolgimento dei cittadini, con cassonetti “ripuliti” senza rifiuti ingombranti giacenti accanto per settimane, con una raccolta dei rifiuti speciali, in ispecie quelli pericolosi, organizzata in modo puntuale e sicuro. I cittadini devono essere informati e sapere “come, dove e quando” poter smaltire i rifiuti, concetti semplici che non hanno riscontro con la realtà fattuale (ci sono luoghi dove conferire i RAEE? Oli?  vecchi mobili …?) poiché la popolazione non ne è a conoscenza.
Legambiente è tempestata da istanze di cittadini che “vogliono fare qualcosa” che di fatto vogliono sostituirsi a chi è preposto al servizio; segnalano l’accatastamento dei rifiuti, peggio ancora, non differenziati per categoria che vanifica personali sforzi fatti presso il proprio domicilio. Non è possibile che i cittadini oltre a pagare profumatamente la tassa debbano  organizzarsi per ripulire aree coperte di rifiuti cosa che accade sempre più spesso. Per un cittadino ligio al rispetto delle regole e degli “orari” di raccolta rifiuti trovarsi di fronte un cassonetto già stracolmo di immondizia non è gratificante, se aggiungiamo poi che al tentativo inutile di inserire forzatamente i suoi rifiuti (neanche fosse un compattatore!) è poi costretto ad abbandonarli in strada.

Legambiente ha promosso con alcune scuole (ITET Notarangelo Rosati e ITT Altamura da Vinci) un’attività di osservazione e classificazione dei rifiuti abbandonati nell’area antistante l’edificio scolastico. Una vera e propria azione di citizen science che ha previsto il coinvolgimento e la partecipazione attiva di studenti, insegnanti, genitori. I risultati sono allarmanti per quanti rifiuti restano abbandonati in quelle aree che gli studenti ogni mattina percorrono. I report hanno evidenziato l’assenza di cassonetti per la differenziata e cestini stradali. Gli studenti hanno raccolto nelle aree monitorate: buste e sacchetti, bottiglie e contenitori di plastica, tappi e coperchi e anelli di tappi, bicchieri, piatti e posate di plastica, sacchetti di patatine, di dolciumi e caramelle, plastica e carta dei pacchetti di sigarette e mozziconi, accendini, penne e tappi di penne, resti di apparecchi elettronici, escrementi di cane non insacchettato, materiali edili di vario tipo (tegole, mattoni,…), gomme da masticare in notevoli quantità.
Questi luoghi suggeriscono un evidente stato di abbandono cittadino, la totale assenza di rispetto della res publica e delle più basilari norme di convivenza civile che sottolineano la più totale assenza di pulizia e una evidente deresponsabilizzazione di intervento dell’ente addetto alla raccolta dei rifiuti.

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