Dopo gli anni di restrizioni della pandemia, torna la Festa patronale di Foggia dedicata alla Madonna dei Sette Veli. Ieri in migliaia sono stati i fedeli che hanno assistito al corteo del sacro tavolo dell’Iconavètere partito dalla chiesa di san Giovanni Battista e snodatosi per le vie della città, fino ad arrivare in Cattedrale. Oggi, invece, la Santa Messa presieduta da Mons. Pelvi che ha sottolineato come bisogna riscoprire il valore del bene comune da costruire insieme, della cittadinanza attiva, del sapersi assumere le responsabilità, della partecipazione alla vita sociale, culturale, politica. Questo il messaggio dell’Arcivescovo di Foggia-Bovino alla città:
“Cittadinanza è un termine che esprime un vincolo, che è anche un diritto di appartenenza alla Città. Quando parliamo di cittadini, ci riferiamo alla nostra capacità di organizzarsi in modo multiforme, di mobilitare risorse umane, tecniche e finanziarie, e di agire con modalità e strategie differenziate per tutelare diritti, esercitando poteri e responsabilità, volti alla cura e allo sviluppo del bene comune. La cittadinanza attiva mi piace vederla nella parola condivisione, che non si limita alla sfera degli interessi, ma si estende a un insieme di valori e conseguenti doveri. La vita quotidiana non è, infatti, solo invocare diritti, ma anche impegnarsi nei doveri. Favorire la consapevolezza di valori condivisi, lavorare perché l’azione comune non prescinda da essi si configura come un fatto eminentemente educativo. La cittadinanza non può che essere solidale, perché ciascuno deve avere un occhio attento e pronto verso chi, per vari motivi, si sente fuori, non integrato, non coinvolto nella vita pubblica, particolarmente oggi con quella sensibilità trasversale che riguarda il diritto e l’ambiente. L’obiettivo è rendere capaci i cittadini di giocare il proprio ruolo nel guidare scelte politiche e nel promuovere comportamenti ispirati ai princìpi di una economia, di uno sviluppo e di una società sostenibile.
Un buon credente non può che essere anche un buon cittadino, educato al bene comune, al senso dello Stato e delle istituzioni, capace di stabilire un ponte con il territorio, con la città, con i problemi che attraversano la vita della comunità locale. L’umano anima la vita cittadina nella relazione interpersonale, nel rispetto dei diritti umani, nella cultura della legalità, nello sviluppo equo e sostenibile: tutto ciò costituisce il quadro di valori di riferimento per una convivenza civile non segnata dal degrado, dalla paura, dall’esclusione.
Dobbiamo riscoprire il valore del bene comune da costruire insieme, della cittadinanza attiva, del sapersi assumere le responsabilità, della partecipazione alla vita sociale, culturale, politica.
L’esercizio delle responsabilità sociali richiede conoscenza, competenza, progettualità… capacità che si acquisiscono in un quotidiano impegno a informarsi, partecipare, pagare di persona, scendere in campo. Perciò è bello pensare che il cristiano deve anche educarsi alla cittadinanza, scandagliando la concretezza del vissuto quotidiano.
È importante, dunque, cogliere in tutta la sua ampiezza la sfida che si pone ai cristiani: concorrere alla ricostruzione del tessuto sociale e civile, contribuire a realizzare la rinascita del senso della democrazia, nel segno dell’accoglienza, della pace, della giustizia e della solidarietà.
Cosa possiamo concretamente fare per diventare cittadini attivi nella nostra Città? L’auspicio che l’odierna festività ci incoraggi a diventare cittadini concretamente attivi, imparando ad uscire da quelle che possono essere le nostre presunzioni, i nostri pregiudizi ed entrare in un’ottica di collaborazione e di rispetto con le istituzioni. Mai nessuno come il credente ha la responsabilità e il dovere di sentirsi partecipe di una storia e di una realtà che in prima persona lo vogliono vedere protagonista.
È importante considerare il mondo in cui si vive un sistema in continuo cambiamento e quindi avvertire ancora di più il valore del proprio protagonismo, come possibilità concreta di dare la giusta direzione a tale cambiamento: fare i cittadini è il modo migliore di esserlo”.