Gli studenti dell’insegnamento in “Innovazione e tecnologie sostenibili” del corso di laurea magistrale in Economia aziendale e quelli dell’insegnamento in “Economia e tecnologia delle risorse energetiche” del corso triennale in Economia dell’Università degli Studi di Foggia in visita guidata all’impianto di biogas 330 kW della Società Agricola “Caionealleva” venerdì 21 aprile.
“Un evento che si inserisce nel solco della nostra volontà di informare a più livelli sulle opportunità delle fonti di energia alternativa, specialmente in una fase storica complessa in cui, a causa del conflitto Russia-Ucraina, ci si sta finalmente rendendo conto della necessità di diversificare gli approvvigionamenti energetici che possano condurre a una drastica diminuzione delle nostre dipendenze energetiche tradizionali”, commenta il responsabile dell’impianto, Donato De Leonardis, che spiega: “Cominciamo con il chiarire una differenza spesso oscura. Il biogas è un gas grezzo prodotto dalla fermentazione che esce da un digestore (come accade all’impianto di biogas Caionealleva 330 kW), mentre il biometano è un derivante del biogas che è stato sottoposto ad un processo di raffinazione e purificazione (denominato upgrade) si tratta quindi di due combustibili distinti. In sostanza, il biogas è prodotto dalla decomposizione di materiali organici. Questi residui vendono posti in un digestore in assenza di ossigeno. Con l’aiuto di una serie di batteri, la materia organica si decompone, rilasciando una serie di gas (metano e anidride carbonica). Ciò che si ottiene è un gas rinnovabile, che può essere utilizzato per molteplici applicazioni, come la produzione di energia elettrica e calore sia a livello industriale sia domestico. Negli ultimi anni – prosegue De Leonardis – abbiamo assistito ad un progressivo cambiamento del paradigma energetico europeo a favore delle energie rinnovabili. Il “Green Deal” proposto dalla Commissione Europea prevede infatti, una road map con azioni volte a stimolare un uso efficiente delle risorse per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e arrestare la progressiva perdita di biodiversità. In Europa – aggiunge De Leonardis – l’Italia è seconda solo alla Germania per quanto riguarda la dipendenza da combustibili fossili russi. La guerra in Ucraina ha rilevato con tragica forza questa realtà, spingendo le istituzioni nazionali e comunitarie ad accelerare Il processo di transizione energetica che dovrebbe consentirci, nel giro di qualche anno, di non essere più dipendenti dal gas russo. Un obbiettivo ambizioso – evidenzia De Leonardis – può essere raggiunto solo decarbonizzando il sistema energetico attuale, responsabile del 75% delle emissioni di gas ad effetto serra di tutta l’Unione Europea. In questo contesto le bioenergie assumono un importanza strategica verso la transizione ecologica, perché rappresentano un modello di sviluppo che mette al centro la sostenibilità, l’economia circolare e l’innovazione tecnologica. Giocando un ruolo chiave nel garantire all’Unione Europea un approvvigionamento energetico a prezzi sicuri. Per attuare il “Green Deal” contribuendo, nell’immediato, a ridurre il costo dell’energia, e a più lungo termine favorendo la decarbonizzazione.

“Essendo prodotto da materiali di scarto di origine agricola o animale, il biogas rappresenta una soluzione energetica circolare, in quanto permette di produrre energia partendo da un prodotto di rifiuto di altri settori e non da materie prime vergini, ad esempio come avviene per l’utilizzo dei tradizionali combustibili fossili”, afferma il presidente della Caionealleva, Urbano De Leonardis che aggiunge: “La trasformazione dei materiali fermentescibili in biogas sfrutta un processo naturale, ovvero l’anaerobiosi. È una peculiarità di alcuni organismi, i quali non richiedono la presenza di ossigeno per il loro metabolismo e che sono tipicamente presenti nell’apparato digerente animale, quindi in grado di realizzare delle reazioni di fermentazione del tutto naturali. Nella pianificazione di un impianto di biogas, sia esso agricolo o alimentato da rifiuti organici, devono essere valutati diversi aspetti ambientali ed economici. La produzione di biogas permette l’immediata sostituzione di combustibile fossile per uso energetico contribuendo agli obbiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti ed una maggior indipendenza energetica a livello nazionale. Il riutilizzo di materiale organico di scarto permette la creazione di una attività economica su flusso di materia altrimenti destinato allo smaltimento finale. Il digestato prodotto, inoltre, rappresenta un ammendante naturale e concimante che anche le più recenti normative equiparano al tradizionale uso di dei fertilizzanti chimici che rappresentano, oltre che un beneficio ambientale, un immediato risparmio per l’economia agricola”, chiosa Urbano De Leonardis.
“In quanto delegata alla Terza Missione del Dipartimento di Ecomomia, ovvero rapporti dell’Università con il territorio e gli stakeholder, è quanto mai importante che questa attività sia integrata con quella della didattica, ovvero che gli studenti possano avere conoscenza delle aziende innovative e sostenibili presenti sul territorio, capire come si fa imprenditoria e, quindi, poter dialogare con gli operatori economici”, commenta Mariarosaria Lombardi, professore associato in Scienze Merceologiche e delegata per la Terza Missione del Dipartimento di Economia dell’UniFg. “Da questi incontri, gli studenti possono comprendere meglio anche quali le opportunità di lavoro. L’impianto di biogas della Società Caionealleva, che ringrazio per la disponibilità ad accogliere i miei 50 studenti, rappresenta pertanto un esempio virtuoso in tal senso: fare impresa significa saper guardare al futuro considerando gli scenari che si delineano, soprattutto oggi, dove l’innovazione e la sostenibilità sono elementi imprescindibili per lo sviluppo di un territorio”.

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