È uno dei più rilevanti finanziamenti della Regione Puglia nella città di Foggia. Parliamo di € 1.123.799,71 assegnati al progetto «ArpinArts – Arti per la Rigenerazione territoriale e Sociale» risultato vincitore del bando «Radici e Ali». Il progetto, ideato e promosso dalla Fondazione Apulia Felix, si avvale anche dei contributi privati di cinque imprenditori della Capitanata e soci della Fondazione, per un ammontare di € 320.000.

Personalmente o tramite le loro aziende, hanno contribuito a coprire la quota di autofinanziamento richiesta dalla Regione, rendendo di fatto possibile l’attuazione del progetto, in rigoroso ordine alfabetico, Tullio Capobianco e Licia Centola (azienda Vincenzo Capobianco e Figli), Giacomo Mescia (Daunia Work), Gerardo Ramundo (Gruppo Ramundo), Antonio Salandra (Fortore Energia) e Potito Salatto (Gruppo Salatto).
Oggetto dell’imponente intervento è uno dei beni architettonici più rilevanti della città di Foggia, il complesso Santa Chiara, posto sull’antica via Arpi. Di proprietà dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino, che lo ha dato in comodato al Comune di Foggia, il complesso, che comprende l’Auditorium, ossia la ex chiesa, gli ipogei sottostanti, i matronei e molti altri spazi, è attualmente gestito dalla Fondazione Apulia felix a seguito della stipula di una convenzione ventennale col Comune di Foggia.

Questo bene pubblico, nel quale da circa 10 anni la Fondazione organizza attività culturali e musicali a beneficio di tutta la città, necessitava di un ulteriore intervento strutturale e di fondi che potessero dare ulteriore impulso alle attività culturali. Ecco che la Fondazione ha colto al volo l’opportunità del bando “Radici e Ali”, presentando nel dicembre del 2019 il progetto “ArpinArts”, il cui iter è stato caratterizzato da vicissitudini di varia natura, e che permetterà, proprio come nelle finalità del bando, la piena valorizzazione di tutti gli ambienti della parte del complesso monumentale non occupati dalla Scuola elementare “Santa Chiara”.
Gli interventi, che saranno di duplice natura, strutturale e culturale, consentiranno il pieno utilizzo degli ipogei e del tetto. L’Auditorium, che vanta già oggi una ricca attività convegnistica e di spettacolo dal vivo, sarà potenziato e ampliato nella sua capienza, nei matronei ci saranno spazi espositivi per le arti visive e altri spazi saranno dedicati ad aule multimediali per laboratori e altre attività di lettura e studio.

L’idea di fondo di “ArpinArts” è quella di utilizzare le diverse forme di espressione artistica come fattore di valorizzazione e di attrattiva del centro storico, nonché come strumento di inclusione sociale in un quartiere non privo di criticità. Alla prima finalità è dedicato il progetto di visite guidate, che si avvarranno di sofisticate tecnologie di videomapping, incentrate sulla storia dell’antico edificio e della città circostante. Tutte le iniziative che si svolgeranno nella rinata Santa Chiara saranno costruite in modo da essere aperte ai residenti del quartiere e in generale fruibili da tutti. La più ambiziosa e interessante fra esse è la costituzione di un’orchestra giovanile di quartiere, che permetterà alle ragazze e ai ragazzi della città che lo desiderino di imparare a suonare e di fare pratica sugli strumenti messi a disposizione dal progetto, per i quali non sempre le famiglie potrebbero sostenere la spesa necessaria all’acquisto. Ancora più innovativo e suggestivo il meccanismo con il quale si finanzierà la didattica di cui le ragazze e i ragazzi dell’orchestra avranno bisogno. L’idea è quella di organizzare delle masterclass con musicisti di fama, importantissime per quanti abbiano bisogno di perfezionarsi. I partecipanti, però, anziché pagare le somme non piccole normalmente richieste, prenderanno l’impegno di svolgere lezioni ai componenti dell’orchestra. Una “catena del dono” che è insita nel genius loci di Santa Chiara e che pensiamo possa suscitare ulteriori fermenti di fraternità. Cogliendo questo risultato non sarà fuori luogo dire che la «testa di cavallo», come viene tradizionalmente chiamato il nucleo più antico della città di Foggia, ha ritrovato i suoi occhi.
Quando succederà? Il cronoprogramma presentato dalla responsabile del progetto Fabrizia Trucci prevede la fine delle attività edili entro gli ultimi mesi del 2023. Il team di progetto, relativamente agli interventi strutturali, è capitanato dall’architetto Cesare Corfone ed è composto da Angela Pia Russo, Marco Vincenzo Manduzio, Raffaele Vitale, Michele Stasolla (che avrà il fondamentale ruolo di direttore dei lavori), Paola D’Avvocati, Marco Cagnano, Antonio Capobianco, Francesco Bava, Modestino Mancini, Giuseppe Marzano.
Al termine dei lavori si darà il via, sotto la direzione artistica di due noti artisti e operatori culturali del territorio come (ordine alfabetico) Dino De Palma e Gianna Fratta, al progetto culturale, vero fulcro di “ArpinArts”, con l’avvio di azioni specifiche di natura musicale e artistica per rigenerare e valorizzare il substrato culturale della città.
Questo piccolo miracolo non sarebbe stato possibile senza l’appoggio e il sostegno del Comune di Foggia, ed in particolare del suo dirigente Carlo Dicesare, dell’Arcidiocesi Foggia-Bovino, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio di Foggia, dei Vigili del Fuoco, di diversi efficienti funzionari della Regione Puglia, e soprattutto senza la capacità di visione e il pungolo costante del presidente della Fondazione Apulia Felix Giuliano Volpe.

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