I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare applicativa della misura degli arresti domiciliari, emessa dalla Sezione del Riesame delle Misure Cautelari del Tribunale di Bari dopo il rigetto del ricorso per Cassazione, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo, che ha diretto e coordinato le indagini dei militari dell’Arma, a carico della moglie del latitante TroianoGianluigi, ritenuta – allo stato del procedimento – gravemente indiziata di favoreggiamento aggravato dall’agevolazione dell’associazione mafiosa.
In particolare, gli investigatori dell’Arma, nell’ambito delle ricerche del 30enne di Vieste, evaso dagli arresti domiciliari con applicazione del “braccialetto elettronico” – circa un anno e mezzo fa – da Campomarino (CB), dove era sottoposto a tale misura cautelare dal GUP di Bari per reati di criminalità organizzata di matrice mafiosa, attraverso complesse ed articolate investigazioni, dirette e coordinate dalla DDA di Bari, come accertato in fase di indagini preliminari, hanno ricostruito la contestata attività di favoreggiamento posta in essere per garantire la latitanza del marito Troiano Gianluigi da parte della donna, un 23enne di Vieste.
La donna, in particolare, in concorso con altri due soggetti già destinatari nel Dicembre scorso della misura della custodia cautelare in carcere per la medesima contestazione, avrebbe offerto appoggi logistici, coperture, veicoli per gli spostamenti, ospitalità, schede telefoniche, denaro e beni di ogni
genere a favore del coniuge, aiutandolo in questo modo a sottrarsi alle ricerche dell’Autorità Giudiziaria, il tutto, sempre secondo le contestazioni degli inquirenti, con l’aggravante di aver commesso il fatto allo scopo di avvantaggiare l’associazione mafiosa di appartenenza del latitante, riconducibile a Raduano Marco, quale articolazione operativa su Vieste del clan “Lombardi-Ricuddi-Latorre”, evitandone così l’arresto e consentendo inoltre al gruppo criminale di poter fare affidamento sullo stesso per continuare ad operare sul territorio.Dopo la relativa cattura, i Carabinieri hanno quindi ristretto ai domiciliari la donna, madre tra l’altro di tre bambini piccoli, in attesa delle successive fasi processuali.
Sono poi tuttora attivamente in corso da parte dei militari dell’Arma le indagini per il rintraccio del super latitante Troiano Gianluigi, inserito nell’elenco dei primi 100 latitanti di massima pericolosità in Italia, nonché ulteriori accertamenti per verificare l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti “vicini” al viestano nella relativa attività di favoreggiamento. Proprio nella giornata odierna, il GUP del Tribunale di Bari ha condannato – a seguito di giudizio abbreviato – uno dei due correi della donna, come già detto destinatario in precedenza della misura cautelare della custodia in carcere, ad una pena di anni 3 di reclusione, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni, in aderenza quindi alle richieste della DDA di Bari.
Ancora una volta, Magistratura e Carabinieri hanno dato un’importante risposta – in termini di legalità e sicurezza – sul territorio della Capitanata, a tutela della collettività. L’ennesima forte testimonianza dello Stato in un’area sensibile della Nazione permeata da insidiosi fenomeni di criminalità organizzata anche di matrice mafiosa.
comunicato stampa