“Rosso Libero – Michele Cianci” è tra i vini vincitori della XVIII edizione di “Radici del Sud”, il Salone dei vini e degli oli del Sud Italia che si è svolto in questi giorni presso il Castello normanno-svevo di Sannicandro di Bari. Il vino realizzato sul bene confiscato alla mafia in agro di Cerignola ed intitolato alla giovane vittima della criminalità è risultato Primo Classificato per la Giuria dei Giornalisti Internazionali – Gruppo Misto Vini Rossi del Sud Italia. Un riconoscimento importante, che contribuisce a tenere viva la memoria di Michele Cianci e l’attività di antimafia sociale per ricordare il giovane commercianti ucciso a Cerignola la sera del 2 dicembre 1991 per essersi opposto ad un tentativo di rapina.

Scoprire il gusto di “Rosso Libero – Michele Cianci” è anche un modo per avvicinarsi alla sua storia ed al sogno di un riscatto sociale e lavorativo che oggi coinvolge diverse persone impegnate nell’attività di cura e raccolta dei terreni situati in contrada San Giovanni in Zezza gestiti dall’ats “Le terre di Peppino Di Vittorio” composta dalle cooperative sociali Altereco (ente capofila), Medtraining ed il Centro di Servizio al Volontariato di Foggia nell’ambito del progetto “La strada. C’è solo la strada su cui puoi contare”, vincitore dell’Avviso “Cantieri Innovativi di Antimafia Sociale” della Regione Puglia. 

«Desideriamo ringraziare di cuore – dicono dalla cooperativa Altereco  – la Mandwinery, nelle persone di Vito e Michela Manduano, che ci hanno sostenuti ed hanno permesso all’enologo Giuseppe Colopi di condividere con noi questo importante percorso sociale nella produzione del vino “Rosso Libero”. Così come ringraziamo di cuore l’ats “Produttori Rosso di Cerignola doc”, che insieme all’associazione culturale Il Titolo, hanno animato la masterclass organizzata da “Radici del Sud” nella città di Bari che ha permesso a buyers, importatori e giornalisti di settore di conoscere il nostro vino».

“Radici del Sud” da diciotto anni racconta il giacimento ampelografico del Meridione d’Italia agli addetti ai lavori e alla stampa di tutto il mondo, grazie ai press tour e ai buyers tour nei territori delle regioni del Sud, ma anche grazie al Salone presso il Castello di Sannicandro di Bari. Per questo, diventa importante questo riconoscimento che avvalora il percorso fin qui compiuto: dai grappoli raccolti e liberati dalla mafia, già presenti nel terreno al momento della confisca, l’ats porta avanti un percorso di agricoltura sociale che punta a favorire una piena inclusione socio-occupazionale di migranti tolti dalle maglie del caporalato, persone che vengono dal circuito della giustizia riparativa, ex-detenuti. 

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