Liberate la Musica! Ponte per abbattere le barriere”: il Gospel al carcere di Lucera. Il gruppo Gospel Italian Singers si è esibito lunedì pomeriggio per i detenuti. Il concerto è stato organizzato dall’Associazione Strumenti e Figure, in collaborazione con la Casa circondariale di Lucera.
L’iniziativa è stata voluta fortemente dall’associazione lucerina, che gode del sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Puglia, sezione Economia della Cultura, per testimoniare la propria vicinanza nei confronti delle persone detenute: un concerto come ponte che supera qualsiasi tipo di barriera, compresa quella sociale.
Il presupposto è infatti che il carcere non deve essere visto come una zona periferica della città, bensì come un luogo dove le persone che hanno sbagliato possono avere la possibilità di crescere dal punto di vista umano e arricchirsi di bellezza. E quale miglior ponte, se non la musica, per poter raggiungere qualsiasi periferia della società?
“Siamo lieti di essere ritornati con i nostri strumenti musicali all’interno della casa circondariale della nostra città – ha dichiarato il maestro Francesco Finizio, direttore artistico del gruppo –. Lo facciamo sempre con piacere, con la volontà di raccontare attraverso la musica le storie dei tanti viaggi, dei tanti incontri, dei tanti ponti che hanno permesso la nostra formazione artistica, ma anche con il desiderio di far vivere momenti di gioia, dolore, felicità, speranza, preghiera, emozione…lo abbiamo fatto attraverso il Gospel, con un repertorio abbastanza vario, da brani a cappella a brani più ricchi fino al gospel tradizionale e moderno con brani di musica pop, un mix di voci, note e movimenti. È stata una vera gioia per tutti”.
Realizzare l’iniziativa è stato possibile grazie alla disponibilità del direttore della casa circondariale Patrizia Andrianello, del comandante di reparto Daniela Raffaella Occhionero, della responsabile dell’area trattamentale Simona Salatto, dell’ispettore superiore Pietro Bernardi, responsabile delle attività trattamentali, dell’assistente capo coordinatore Massimo Maiori e di tutto il corpo di polizia penitenziaria, che hanno accolto la proposta con entusiasmo.