Sono le storie delle piccole aziende artigiane che, se raccontate, possono rivelare i tratti distintivi della comunità in cui si sono sviluppate. La storia percorre gli stessi passi delle persone che contribuiscono a scriverla, generazione dopo generazione; e la storia di Caricone, il panificio di Orta Nova tra le più antiche realtà artigianali locali, può ricomporre i puzzle di un percorso fatto di sudore e lavoro, di un percorso imprenditoriale ricco di soddisfazioni ma anche di qualche battuta d’arresto.
E’ il simbolo per eccellenza della condivisione, il pane, a raccontare di mano in mano, di casa in casa, la storia di un territorio rurale vocato all’agricoltura e alla manualità artigianale, con tradizioni culinarie che rispecchiano la grande varietà di prodotti che l’uomo ha saputo ricavare dalla terra fertile di Capitanata. E’ questo il contesto in cui la storica famiglia Melillo – Caricone apre la prima bottega ad Orta Nova, in piccolo locale situato in quello che la toponomastica attuale riconosce come Corso Aldo Moro. La storia di questa famiglia di panificatori inizia già nel 1925, quando le concessioni per svolgere il mestiere erano rare e per questo preziose. Erano anni di guerre e di lotte di classe in cui il pane era veramente un valore primario ed Orta Nova viveva di questo, soprattutto per la grande produzione di frumento in zona, con il Senatore Cappelli che si prendeva già la scena nei campi circostanti.
Quando Marietta Melillo e Giuseppe Caricone (quest’ultimo con una lunga tradizione di commercio di legumi ed altri generi alimentari alle spalle) vennero a mancare ne raccolse l’eredità Salvatore Caricone, che si ritrovò a gestire due panifici di Orta Nova con due licenze distinte e separate. Salvatore aggiunse linfa nuova ad un’attività che a cavallo dei due conflitti mondiali si era molto affermata in città grazie anche alla specialità del tradizionale “ferro di cavallo”. Erano gli anni del razionamento post bellico e il pane risultava ancora più importante nell’economie di famiglia. Dopo questa fase arrivarono i turbolenti anni sessanta e con l’aumento della domanda si decise di dare vita ad un’esperienza di condivisione che di lì a breve avrebbe segnato l’economia locale e arricchito tante famiglie ortesi. L’intuizione fu quella di creare una cooperativa – intitolata al santo patrono della città, Sant’Antonio – che raggruppasse tutti i panificatori ortesi e che riuscisse a “sfruttare” un’unica licenza per ampliarsi e distribuire oltre i confini cittadini, visto che la domanda era in aumento. Fu un grande successo quello della cooperativa, con Salvatore Caricone che ebbe un ruolo rilevante nella gestione vista la grande esperienza maturata nell’impresa di famiglia.
Ma come tante altre esperienze cooperativistiche e consortili di questo territorio, con la saturazione del mercato emersero i primi problemi e Salvatore Caricone, che nel frattempo aveva acquistato i primi locali in Via Pergola/Via Mazzini, nei vicoli di fronte alla Chiesa Madre, iniziò ad avvertire i primi segnali dell’involuzione. L’esperienza condivisa durò molto tempo ma quando iniziarono a prevalere gli egoismi e la mancanza di trasparenza, Salvatore decise di uscire completamente per avviare una sua attività, seppur senza licenza, con il nome di Panificio “Caricone”. Dopo la sua uscita, nel 1977 la cooperativa fallì e tutto fu liquidato con la messa all’asta dei grandi patrimoni strumentali che aveva accumulato l’azienda. Quella degli anni ’70 fu un’epoca di cambiamenti repentini e di mercati che si assettavano dopo il boom dell’espansione. Salvatore che per una vita aveva lavorato di notte, abituato a dormire quattro ore al giorno, e a respirare la farina dei forni, cominciò ad accusare i primi segni dell’età.
Fu allora che, negli anni ’80, subentrò il primogenito, Giuseppe, attuale titolare del panificio di Via Mazzini decise subito di interpretare i tempi e portare dei cambiamenti che fossero più aderenti alle esigenze delle famiglie ortesi, in un clima di radicale mutamento socio-economico. Nel frattempo, dopo tanto penare e tante lotte tra burocrazia e ostruzionismo, il panificio Caricone ottenne una nuova licenza nel 1986 e subito dopo nacque un’impresa di famiglia con l’aggiunta di nuovi locali e macchinari. Dopo il subentro Giuseppe portò nel panificio le esperienze che man mano acquisiva visitando fiere, corsi e convention nazionali dove intercettava le nuove tendenze del settore. Nonostante l’attaccamento ai “rituali” del padre introdusse tre notevoli novità nel forno che lo fecero diventare un vero e proprio precursore: la prima fu quella del pane a pezzatura piccola che sostituì le pagnotte a pezzatura grande, ormai in disuso visto che i tempi richiedevano grande mobilità e capacità di trasporto del cibo; introdusse la figura del pasticcere nel forno, ampliando l’offerta e completando un portfolio di tradizioni ortesi che venivano fedelmente riprodotte; e in ultimo fu data grande attenzione ai prodotti fatti con cereali e grani antichi. Tutto questo dando priorità alla meticolosa ricerca delle materie prime e alla cura degli ingredienti.
Per anni all’interno del forno del centro storico di Orta Nova si sono alternate generazioni di donne e uomini che hanno lavorato e portato la loro esperienza al suo interno. Tutt’oggi l’attività è gestita dalla famiglia Caricone, tramite l’opera di Giuseppe, mentre il fratello minore, Antonello, ha esteso l’attività di famiglia, aprendo due nuovi punti vendita uno ad Orta Nova, in via IV Novembre e un altro a Foggia in via Telesforo. L’azienda, dopo anni di esperienza e grazie alle migliori tecnologie di questo settore, coniuga felicemente la tradizione e la bontà con una linea di prodotti assolutamente all’avanguardia. Capace di rispondere alle specifiche esigenze di ogni mercato e distribuzione e allo stesso tempo capace di guardare al futuro con tanti nuovi progetti in cantiere.
E quel pane, simbolo della condivisione e del sacrificio, non poteva che diventare un trait d’union generazionale anche per Salvatore e Pierluca che oggi rappresentano la quarta generazione di panificatori in Via Mazzini. La città, il mese scorso, ha tributato un’onorificenza particolare alla famiglia Caricone, riconoscendo il grande valore dell’attività di panificazione, sul palco dell’XI edizione della settimana della cultura. Per rispondere a questo attestato di stima la famiglia artigiana ortese sta già pensando a qualcosa di nuovo da proporre alla città, sempre tenendo ben a vista quel bagaglio di tradizioni locali che hanno trasformato in realtà un progetto aziendale che prosegue da quattro generazioni. A questo si aggiunge la rinnovata volontà di ricongiungere sotto lo stesso marchio i percorsi di Giuseppe ed Antonello. Questi sono i presupposti per dare continuità ad un sogno partito da lontano, un sogno spesso vissuto ad occhi aperti, durante le innumerevoli notti trascorse a lavoro, tra le impastatrici e i forni.
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