Il 2019 non è iniziato sotto i migliori auspici sulle strade della Capitanata. In meno di due settimane ci sono stati ben cinque morti sulle arterie daune, due delle quali riguardanti dei ragazzi giovanissimi. Il riferimento è all’ultimo atroce incidente mortale che ha stroncato le vite di Agostino Antonacci e Aurora Traversi a Cerignola, nella notte tra il 12 e il 13 gennaio.

Hanno fatto il giro le web le immagini della Ford C Max tagliata in due su Via dei Mandorli, con la solita suquela di commenti social che hanno indignitosamente cercato un capro espiatorio, una causa o un capo d’imputazione per la prematura dipartita dei giovani che, in quanto tale, andrebbe accolta sempre con silenzio e costernazione e mai con il dito puntato. Se alle forze dell’ordine e alla Magistratura spetterà la ricostruzione dei fatti, quello su cui la pubblica opinione può e deve interrogarsi è lo stato di disorientamento assoluto in cui si trovano a spendere il tempo di svago i giovani della provincia di Foggia. Un continuo chiedersi “che facciamo?” senza mai pervenire ad una risposta soddisfacente, in un’epoca che ci mostra le vite spassose dei grandi vip sui social, delle vite alle quali inevitabilmente si deve tendere con l’emulazione.



All’indomani della morte di Giuseppe Nicola e Luigi Faregna sulla SP81 che collega Stornara ad Orta Nova, il sindaco di Carapelle e concittadino dei due ragazzi meno che ventenni, Umberto Di Michele sottolineò la necessità, riconosciuta anche in capo alla politica, di creare contenitori di intrattenimento anche nei piccoli paesi, tali da consentire ai giovani di rimanere nei propri centri d’appartenenza, senza dunque cedere alla tentazione di spostarsi, proprio perché spesso gli spostamenti portano alla morte ragazzi con poca esperienza e tanta voglia – come è giusto che sia – di divertirsi.

In quell’occasione il neo sindaco centrò il punto fondamentale. In terra di Capitanata si pensa ancora che l’intrattenimento e lo svago siano prerogativa dei grandi; lo testimonia il fatto che i ricchi cartelloni estivi dei vari Comuni siano densi di appuntamenti dedicati esclusivamente agli adulti. Lo svago notturno, quello che piace ai giovani, è visto ancora con un’accezione negativa sul nostro territorio e dunque i giovani crescono con la voglia di evadere, di visitare altri luoghi, luoghi dove il divertimento ha un ruolo più importante.

Non sembri un ragionamento anti-bacchettoni o, peggio ancora, libertino. Ce lo siamo già detti dopo la tragedia avvenuta durante il concerto di Sfera Ebbasta in provincia di Ancona. Tutte le società meritano dei canali di sfogo per rendere meglio nell’ordinarietà. I nostri giovani crescono con la voglia di prendere la patente per raggiungere posti lontani. Non ci si sorprenderà, dunque, se gli incidenti che coinvolgono i neopatentati siano in crescita. O meglio, siamo chiamati a sorprenderci soprattutto quando ci mostriamo poco tolleranti nei confronti del casino, del baccano e delle feste di paese che per una piccola parte della nostra esistenza turbano la quiete pubblica ma più in generale contribuiscono a dare speranze a generazioni che hanno bisogno di svago, di uno svago che faccia al caso loro.



Sia chiaro. Non si può generalizzare e non si può pensare che un incidente sia determinato soltanto da questo. Prevalgono tante altre variabili, come l’intemperanza, l’incoscienza, la situazione deprecabile delle nostre strade, l’inosservanza del codice e la mancanza delle più comuni prescrizioni di sicurezza. Poi però si deve sollevare lo sguardo dalle questioni contingenti ed approfondire quelle di sistema che in quanto tali spesso non vengono mai percepite. Questo articolo, nell’esprimere la massima vicinanza alle famiglie delle ultime giovani vittime di Cerignola, ci ha provato.

 

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