E’ stato trovato senza vita a Genova, Mario Nero (55 anni), figura chiave dell’antimafia e unico testimone dell’omicidio di Giovanni Panunzio, avvenuto a Foggia nel novembre del 1992. Originario di Orta Nova, appassionato di cani, Mario Nero quella sera su Via Napoli era scampato ai proiettili dell’assassino di Panunzio e piĂą tardi di qualche giorno aveva deciso di testimoniare, facendo arrestare esponenti della criminalitĂ  foggiana ritenuti responsabili dell’omicidio.

Da quel momento in poi la sua vita cambiò radicalmente, in quanto dovette spostarsi tra 13 localitĂ  di residenza in Italia e all’Estero, dopo essere rientrato nel programma di protezione dello Stato. Nero ha sempre affiancato l’operato dell’associazione “Giovanni Panunzio” di Foggia per sensibilizzare contro l’omertĂ  e il disinteresse, ma negli ultimi anni aveva anche denunciato tutte le privazioni che aveva dovuto subire a causa della sua scelta di non voltarsi dall’altra parte. Importante è stato il suo impegno al fianco di politici e parlamentari per l’approvazione di una legge che proteggesse i testimoni e collaboratori di giustizia, sui quali fino a quel momento vi era una vacatio legis.

Sulla storia di Mario Nero sono stati prodotti dei corti cinematografici (il piĂą famoso è “Il Testimone” con Raoul Bova) e numerosi libri, tra cui alcuni a firma di Marco Travaglio. Negli ultimi anni della sua vita, anche grazie al mondo dell’associazionismo, si era riavvicinato alla sua cittĂ  natale, Orta Nova, la stessa cittĂ  che lo aveva rifiutato dopo la scelta di collaborare con la giustizia.

Dopo la notizia della morte di Mario Nero, l’associazione Misericordia di Orta Nova, ha chiesto l’intitolazione di uno spazio pubblico alla sua memoria, nella cittĂ  che gli ha dato i natali: “Per noi è stato un grande esempio di integritĂ  morale e per questo riteniamo che sia giusto che la cittĂ  non dimentichi il suo gesto. Chiediamo alla politica e alle istituzioni – che peraltro giĂ  hanno condiviso con noi questo percorso di incontro e conoscenza – di prendere in carico l’intitolazione di un bene pubblico alla sua memoria, un modo come un altro per ricordare e per far cultura della memoria e della legalitĂ ”.



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