E’ durato 45 minuti l’interrogatorio di convalida del fermo di Gerardo Tarantino, maggiore indiziato del femminicidio di Tiziana Gentile, avvenuto ad Orta Nova il 26 gennaio scorso. Il Tarantino, collegato in videoconferenza con il Gip e il Pubblico Ministero, ha ribadito la sua innocenza, spiegando di essersi recato presso l’abitazione di Via La Bellarte per consegnare dei documenti non precisati riguardanti il lavoro.
Alcuni indizi schiaccianti, mostrati durante l’udienza, graverebbero però sulla sua posizione. In particolare sono state contestate all’accusato delle impronte di scarpa lasciate sul sangue della povera vittima, impronte che sarebbero coincidenti alle suole delle calzature che l’indagato aveva al momento dell’arresto. Su questo Tarantino non ha saputo rispondere. Poi c’è l’arma del delitto, un coltello da campagna rinvenuto nelle ultime ore dai Cacciatori di Puglia, che porterebbe altri elementi a discapito del bracciante agricolo originario di Carapelle.
In merito a ciò sarebbero state piuttosto contrastanti le dichiarazioni fornite dal Tarantino, dichiarazioni in contrasto anche con quanto rilevato e riportato dai testimoni escussi. “Mi vogliono calunniare” – avrebbe risposto l’accusato prima di accusare un malore e prima di avere un attacco di isteria che ha determinato la sospensione dell’udienza e l’intervento della polizia penitenziaria. Questo è quanto ha riportato l’avvocato, Michele Sodrio, il quale al momento ha escluso la richiesta di perizia psichiatrica. Nelle prossime ore si terrà anche l’autopsia sul corpo di Tiziana Gentile che potrebbe portare ulteriori elementi utili all’indagine.