Dopo la spirale di maltempo che ha flagellato la Capitanata tra l’Epifania e la seconda settimana di gennaio, è giunto il momento della conta dei danni tra i tanti agricoltori, soprattutto coloro i quali avevano riposto le loro speranze di profitto nelle colture ortofrutticole invernali.
Le precipitazioni, unitamente alle temperature molto rigide, hanno arrecato dei danni che hanno spazzato via oltre l’80% del raccolto di carciofi, broccoletti, rape e finocchi. Nella serata di venerdì 27 gennaio, presso la sede della Coldiretti di Orta Nova, si sono incontrati diversi tesserati per discutere di tutte le ricadute negative che si stanno verificando come conseguenza degli ingenti danni provocati dal gelo. Secondo alcune stime diffuse proprio dal nazionale della stessa associazione di categoria, le spedizioni di ortaggi in partenza dalla Puglia e dirette verso altre località italiane o estere sono crollate in poche settimane del 70 per cento.
“Come Coldiretti – spiega il presidente della sezione territoriale dei Cinque Reali Siti, Gerardo Torchiarella – condanniamo senza mezzi termini la grave speculazione che si sta verificando sul mercato locale della compravendita ortofrutticola. A pagarne le spese sono sia i consumatori che gli imprenditori agricoli del nostro territorio, già fortemente provati dagli enormi danni subiti a causa del maltempo di gennaio”.
Mentre le amministrazioni locali si sono già mosse per richiedere lo stato di calamità naturale, l’associazione dei coltivatori, a livello territoriale ma anche su scala nazionale, sta studiando un piano di interventi e proposte che possano arginare le storture del mercato post-calamità.
Infatti, in seguito all’inevitabile abbassamento dell’offerta, i prezzi al dettaglio delle tipologie ortofrutticole falcidiate hanno conosciuto un innalzamento notevole, nonostante la qualità dei prodotti sia tutt’altro che elevata. Laddove invece broccoli, cavoli e rape si attestano sempre sui soliti prezzi (o addirittura inferiori) i produttori si stanno ponendo delle domande di altra natura, più che altro sulla liceità della loro provenienza.
“Infatti – come sottolinea Torchiarella – in un territorio come il nostro , a forte prevalenza agricola, all’aumentare dei prezzi, le nostre campagne sono state letteralmente depredate di quel poco che era rimasto. Così gli agricoltori, oltre al danno hanno subito anche la beffa, perdendo interamente il raccolto”.
Poiché le zone rurali, nel comprensorio dei Reali Siti, sono vaste e spesso anche molto distanti dai nuclei cittadini, i furti si verificano con sempre maggiore facilità senza che gli agricoltori possano porvi rimedio. La soluzione, seppur parziale, così come prospettato dai tesserati Coldiretti, sarebbe quella di richiedere maggiori controlli sui venditori ambulanti che si piazzano per strada esponendo frutta e verdura di non sempre certa provenienza.
“Proveremo ad instaurare un dialogo con gli assessori alle attività produttive e all’agricoltura – propone Torchiarella – in modo da scoraggiare coloro che non hanno alcuna autorizzazione per vendere delle merci che spesso risultano essere provento di furto. In questo dialogo coinvolgeremo anche quei fruttivendoli che fanno il loro lavoro nel pieno rispetto delle regole. Poi chiederemo di ridiscutere l’organizzazione della Guardia Campestre che, ultimamente, si trova a fronteggiare sempre maggiori carenze d’organico, come conseguenza del venir meno del rapporto di fiducia con gli agricoltori e della minore contribuzione di quest’ultimi. Dovendo difendere le loro campagne da soli, gli agricoltori spesso ricorrono anche alla violenza, con un rischio continuo per la loro incolumità. Tutto questo non è ammissibile – conclude il presidente – e noi come Coldiretti dobbiamo cercare di trovare delle soluzioni”.