Il “Generale” Faraci alla conquista della Capitanata, da Stornarella alla libreria Ubik

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“Dei sogni degli altri, non interessa nulla a nessuno. Né dei sogni e né tanto meno degli incubi”. Per questo la nuova “favola sociale” di Tito Faraci, si pone l’obiettivo di raccontare e romanzare l’incubo di un grande uomo d’affari, caduto accidentalmente in miseria a seguito di un crack finanziario, repentinamente ridimensionato da illustre “Generale” a piccolo clochard di strada, ignorato da tutti. Una di quelle parabole discendenti sempre più consuete in un’epoca, come quella odierna, segnata dalla crisi economica, che lo stesso fumettista milanese pluripremiato ha voluto approfondire ironicamente all’interno del suo ultimo libro intitolato “La vita in generale”, edito da Feltrinelli. L’intera giornata di ieri ha visto l’autore impegnato nella promozione del testo e nel dialogo con i lettori della Capitanata che lo hanno accolto con curiosità e ammirazione. La prima tappa foggiana si è tenuta nella mattinata di ieri presso l’auditorium dell’Istituto Comprensivo “Aldo Moro” di Stornarella, il quale ha ospitato i ragazzi del Liceo Scientifico “Federico II” che nelle ultime settimane, grazie all’impegno della professoressa Gabriella Balzano, si sono cimentati nella lettura del testo in classe. Nonostante entrambi gli istituti fossero chiusi per la manutenzione della linea elettrica, gli alunni hanno comunque voluto presenziare all’incontro, per conoscere di persona l’autore. Faraci, ha ricambiato l’affetto dimostrato, rispondendo alle puntuali domande dei liceali che, a conclusione del dibattito, hanno lasciato il posto in platea agli alunni delle scuole medie (classi terze e seconde) per un approfondimento sul mondo colorato dei fumetti. Infatti, lo scrittore di Gallarate è conosciuto dagli appassionati del genere soprattutto per aver contribuito alla stesura di alcune trame di Topolino, TPKA, Dylan Dog, Lupo Alberto e di Magico Vento, tutti personaggi graditissimi da un pubblico composto da bambini, ma anche da molti adulti. Inoltre, lo sceneggiatore milanese è stato uno tra i primi italiani a vantare delle collaborazioni con la Marvel Comics, soprattutto per le saghe dell’Uomo Ragno, di Devil e di Capitan America. “Il fumetto – ha spiegato Faraci, durante l’incontro – mi ha insegnato a costruire delle storie reali in qualsiasi ambientazione surreale. Ho fatto tesoro di questi insegnamenti e ho imparato ad affrontare delle tematiche delicate con il sorriso. Sorridere però non vuol dire deridere, sono due cose totalmente diverse. Questo libro analizza comunque in modo serio due paure che angosciano l’uomo: la paura di perdere tutto da un punto di vista materiale e la paura di essere traditi dalle persone più care. Oggi è necessario saper rischiare su entrambi questi due aspetti, ignorando qualsiasi forma di timore. Perché è proprio la stessa paura che ci porta a non considerare i cosiddetti ultimi dei giorni nostri. Per addentrarmi meglio nella vicenda narrata, ho trascorso molto tempo con alcuni senzatetto di Milano, per capire effettivamente cosa provano e di cosa hanno bisogno. Ma il mio obiettivo non è quello di scrivere per lasciare un messaggio alla collettività. Scrivo perché voglio soltanto far riflettere, chi legge ma anche e soprattutto me stesso”. Dopo il consueto firmacopie conclusivo, Faraci si è congedato dalla cittadina dei Reali Siti e si è spostato in direzione di Foggia, dove nel pomeriggio ha tenuto una lezione di scrittura creativa con gli allievi del Teatro dei Limoni. In serata, invece, è stato il momento dell’ in store promotion nei locali della libreria Ubik, che ha curato il tour foggiano dello scrittore. “Non posso credere che nella società in cui viviamo – ha concluso Faraci, richiamando alcuni passi del suo romanzo – ci sia della gente che manovri cifre spropositate di denaro. Per questi il denaro è diventato una teoria, una semplice operazione matematica, tant’è che si perde davvero il senso della vita, mentre fuori dai palazzi dei ricchi, c’è chi, anche soltanto con poche monete in più riuscirebbe a svoltare la giornata. Sono queste le persone che ogni giorno muoiono tra l’indifferenza di tutti gli altri, sono questi quelli che hanno già perso tutto e non hanno più nulla da perdere”.

Francesco Gasbarro

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