L’ultima trovata di Rosario Didonna non è né un piatto e né una campagna promozionale di uno dei suoi prodotti dell’agroalimentare. Il titolare dell’Hostaria “U Vulesc” – Vino e Cucina di Cerignola ha voluto esprimere il suo disappunto per i rincari dei prezzi di luce e gas organizzando una cena al buio, o meglio un momento di riflessione a lume di candela. Lo scorso giovedì, infatti, gli avventori del locale hanno preso parte ad una serata sui generis che però era finalizzata ad “accendere” i riflettori su una problematica che sta mettendo a dura prova tanti settori economici e tra questi anche quello della ristorazione.

La protesta delle “black out dinner” nasce da lontano. Come spiega lo stesso Didonna è stata un’idea di Andrea Graziano, componente dell’Associazione Ambasciatori del Gusto che promuove i sapori italiani in giro per il mondo. Anche l’eclettico cerignolano (che è parte integrante della stessa associazione) ha sposato la causa e ha deciso di portare la cena al buio nel suo locale. “Tutti noi stiamo soffrendo le ricadute di una situazione ormai divenuta insostenibile” – afferma Didonna-. “Riscontriamo degli aumenti anche del 60% sull’energia, aumenti che poi per forza di cose dovranno causare dei rincari sui prezzi del menù e quindi gravare sull’utente finale. Gli aumenti non riguardano solo l’energia, ma anche le materie prime più in uso in cucina e i costi del trasporto, per via del caro carburante. Così abbiamo deciso di sensibilizzare quante più persone sul tema, attraverso questa iniziativa”.

Nel locale di Rosario si è creata anche una certa atmosfera con le luci spente. Lo scorso giovedì i commensali hanno partecipato ad una degustazione legata ai vini del territorio. “Vin a que” il nome della serata, naturalmente con un titolo che richiama il vino ma anche il vernacolo cerignolano. Alla presenza del grande esperto di vini, Enzo Scivetti, la serata ha preso una piega inaspettata, non prima che ai presenti fosse stato spiegato il motivo. Per alcuni minuti di riflessione i contatori si sono staccati e Rosario ha diffuso il suo appello anche tra i clienti.

“Viviamo un’impasse dalla quale dobbiamo uscirne al più presto. La nostra classe politica fa finta di nulla, ma la gente è stanca e temo che ce ne accorgeremo al più presto. Quando il popolo non viene ascoltato i tumulti purtroppo sono dietro l’angolo”. Questa l’idea di Didonna quando si intravedono le prime luci d’uscita dal tunnel della quarta ondata della pandemia. Un periodo che il ristoratore cerignolano definisce come un “lockdown, non lockdown”, in quanto la paura del contagio comunque l’ha fatta da padrona. Nonostante il ristorante di Via Battisti abbia sempre un gran seguito, il decremento dei posti apparecchiati è stato notevole. “Dopo l’epifania abbiamo avuto un calo vertiginoso” – spiega Didonna – “la gente ha comunque paura, nonostante il green pass e le norme di sicurezza che osserviamo nei nostri locali. Fortunatamente siamo riusciti a non licenziare nessuno, ma gli aiuti sono stati organizzati male ”.

Didonna spera che la sua iniziativa possa smuovere le coscienze. Nel suo locale ci sono tanti progetti che aspettano di godere del vento in poppa della ripartenza. Tra questi l’apertura di uno spazio per la creazione di nuovi prodotti da forno. Ma gli aumenti spropositati, i contagi ancora presenti in gran numero e i mancati aiuti rischiano di minare le ambizioni di tutti, anche dei più volenterosi. “Purtroppo gli appelli ai politici spesso non trovano riscontro. A loro non chiedo soltanto di ascoltare la categoria, chiedo di ascoltare la gente, perché sempre più persone non ce la fanno. E se la gente comune non ce la fa, nessuno di noi ce la fa. É la gente comune che può veramente accendere la luce sul mondo”.

FONTE: L’IMMEDIATO



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