Sta facendo discutere la procedura di esproprio dei terreni per la costruzione di un argine di contenimento intorno al Torrente Carapelle. La Regione Puglia, di recente, ha finanziato le opere di messa in sicurezza del territorio dal rischio idraulico, concedendo dei cospicui finanziamenti ai Comuni di Carapelle e Ordona che sono i più vicini al corso d’acqua. Soltanto che, per la costruzione delle opere pubbliche volte a contenere eventuali esondazioni, sono previsti degli espropri a danno di terreni privati che ricadono nell’area interessata.

Nelle scorse ore il tema era stato portato all’attenzione dell’opinione pubblica da alcuni cittadini ed esponenti dell’opposizione a Carapelle che hanno invitato i privati ad opporsi attraverso la costituzione di un comitato. Questi sostengono che il progetto originario sia stato sostituito da un secondo progetto che andrebbe ulteriormente a aumentare gli ettari da espropriare. In settimana c’è stata una dura dialettica politica tra le parti coinvolte, tanto che il sindaco di Carapelle, Umberto Di Michele, è dovuto intervenire in video, con un lungo sfogo affidato ai social network.

“In tutto questo iter l’Amministrazione Comunale non centra nulla” – spiega il primo cittadino – “in Italia la gestione del dissesto idrogeologico è stata commissariata e anche in Puglia è affidata ad un commissario. Il Comune può solo offrire un supporto tecnico ed esprimersi in conferenza dei servizi. Nel luglio del 2019 abbiamo organizzato un incontro pubblico per condividere con i cittadini le specifiche del progetto. La maggior parte delle persone che stanno strumentalizzando questa questione erano presenti a quell’incontro, quindi erano a conoscenza del fatto che il progetto originario fosse stato valutato negativamente dai tecnici che ci stanno lavorando”.

Il sindaco ha affermato che, in seguito a delle simulazioni di allagamento, il primo progetto sia risultato non risolutivo degli eventuali rischi per il centro abitato di Carapelle che, in alcuni casi, dista pochi metri dal torrente. Il progetto, così come rivisto, prevede la formazione di vasche di contenimento e di barriere di altezza variabile da uno a tre metri. Attualmente sono circa 50 i proprietari terrieri che saranno destinatari di espropri e che sono preoccupati per la valutazione dei loro beni.

“Abbiamo convocato alcuni degli espropriati e abbiamo ricordato loro che ci sono 30 giorni per inviare osservazioni” – sottolinea Umberto Di Michele. “Il Comune di Carapelle affiancherà un pool di esperti affinché i terreni siano valutati nel modo giusto, il ristoro dovrà essere il più congruo possibile. Ma siamo stufi – conclude il primo cittadino – di subire continui attacchi al limite della denuncia. La nostra amministrazione sta guardando agli interessi di tutti e sta portando avanti un progetto che tutela la pubblica incolumità di 7000 persone”.

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1 COMMENTO

  1. Per quando riguarda il progetto idrico e della espropriazione di terre, volevo ricordare che in Carapelle non ci sono mai state piene e inondazioni del fiume Carapelle.
    Anzi sottolineo che il fiume in questione è stato per enne in secca e non è mai stato un pericolo per la popolazione.
    Sarebbe stato meglio parlare di progetto di pulizia e riordino e riqualificazione del letto e dell’agire del fiume.
    Di certo non è, e non era necessario espropriati terre per un progetto simile inutile, solo per ricevere soldi dal governo.
    Inoltre voglio ricordare al comune che sono decenni che nessuna amministrazione si è presa l’impegno di riqualificare ordinariamente gli argini da presunte discariche a cielo aperto.
    Quindi gli interessi quali sono veramente?
    I vantaggi di tale progetto siamo sicuri che non siano privati?

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