A meno di un mese dal tragico incendio di Faragola, il sito archeologico torna ad animarsi con iniziative di approfondimento e riconoscimenti importanti di rilevanza internazionale. L’ultima gradita notizia è quella che riguarda l’assegnazione del Premio Sisifo, la cui giuria ha riconosciuto una menzione d’onore proprio al progetto di Faragola.

Il Premio Sísifo è uno dei più ambiti riconoscimenti per sostenere la ricerca archeologica e la divulgazione del patrimonio condotto da istituzioni e personalità in ambito soprattutto spagnolo ma anche internazionale. Quest’anno è stato assegnato all’Istituto Archeologico Germanico, sede di Madrid, per le importanti ricerche condotte in Spagna. Una menzione speciale è stata riservata anche alla Excma, Diputación de Toledo, per l’importante attività di divulgazione. Tra le progettualità più importanti è stato inserito anche quel sogno di rinascita di Faragola, il sito alle porte di Ascoli Satriano che è stato oggetto di studio dei più grandi esperti internazionali di archeologia, per le unicità emerse dagli scavi.

“Ringrazio di cuore – ha dichiarato il professor Giuliano Volpe, appena appesa la notizia – anche a nome della condirettrice degli scavi Maria Turchiano e di tutti gli archeologi e studenti che da oltre un decennio operano a Faragola, il collega Desiderio Vaquerizo e l’intera Giuria del Premio Sisifo per il prestigioso riconoscimento e per il sostegno, scientifico e umano, dato alla nostra équipe in questo momento di grande dolore e difficoltà. Come Sisifo, l’équipe archeologica di Faragola, insieme alle varie Istituzioni coinvolte, il MiBACT, la Regione Puglia, l’Università e il Comune di Ascoli Satriano e con il supporto della comunità locale e dell’intera comunità scientifica internazionale, è pronta a farsi nuovamente carico del lavoro, con la certezza che tali fatiche saranno coronate dal successo di poter restituire alla fruizione di tutti il sito archeologico di Faragola”.

La cerimonia di premiazione si svolgerà a Cordoba il 30 novembre 2017 nel Salón de los Mosaicos del Alcázar de los Reyes Cristianos, ma nel frattempo la Fondazione Apulia Felix continua la raccolta fondi per l’organizzazione di eventi finalizzati alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso il recupero del sito. I mecenati e i filantropi hanno già donato una somma superiore agli 8000 euro, con la quale sarà possibile finanziare la prima tre giorni di iniziative, a distanza di un mese esatto dal tragico incendio.

22046005_1466792370042859_1014663857086205164_nSaranno tre date (6-7-8 ottobre) di eventi totalmente incentrati sullo splendore della villa tardoantica sulla quale sono in corso i lavori di recupero delle straordinarie testimonianze emerse dopo quattordici anni di scavi. Sotto la regia della Fondazione Apulia Felix, si partirà nella serata di giovedì 5 ottobre con un dibattito organizzato all’interno dell’auditorium del Polo Museali di Ascoli, al quale prenderanno parte la Soprintendente per le province BAT e Foggia, il vescovo della Diocesi Cerignola – Ascoli Satriano, il Prefetto di Foggia e il sindaco di Ascoli Satriano, insieme ad altre personalità di spicco. I due giorni successivi partiranno le prime visite guidate nel sito archeologico ferito. Sarà un’occasione anche per prendere visione dei danni che l’incendio ha causato alle strutture di Faragola, in particolare agli splendidi mosaici policromi emersi durante gli scavi. Durante il tour porteranno le loro testimonianze dirette archeologici, studenti e ricercatori che negli anni hanno contribuito con la loro professionalità a far riemergere i resti della villa romana.

Per tornare ad essere almeno come prima, il sito archeologico foggiano necessita di fondi. Almeno 2 o 3 milioni di euro, tanti quanti sono stati impiegati fino al tragico atto incendiario. Ecco perché anche dopo i primi eventi sarà ancora possibile donare sull’Iban della Fondazione Apulia Felix e sulla piattaforma “Meridonare”. Sul piano dell’intervento istituzionale, il Mibact ha individuato una somma di 600.000 euro che servirà alla ricostruzione delle coperture che consentivano la conservazione e la fruizione turistica del sito archeologico. Tutto tace, invece, sul fronte dell’indagine giudiziaria volta ad accertare le cause scatenanti dell’incendio che nella notte tra il 6 e il 7 settembre ha provato a cancellare ciò che la storia aveva accuratamente tramandato.

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