ORTA NOVA – Nel corso dell’ultimo consiglio comunale, i consiglieri d’opposizione Antonio Vece e Lorenzo Annese hanno presentato due interrogazioni distinte in merito ai lavori del riqualificato piazzale Ex Gesuitico, dopo che di recente è stato individuato un nuovo tecnico collaudatore. Lo scorso luglio, l’ingegner Savino Bruno aveva presentato le sue dimissioni – ufficialmente per motivi personali di salute – rinviando di fatto la chiusura ufficiale dei lavori all’interno del “salotto” storico della cittadina ortese.
Così come prescrive la legge, infatti, per lavori di importo superiore a 1 milione di euro, è necessario individuare un esperto che valuti la corretta esecuzione degli stessi e l’aderenza del progetto iniziale a ciò che viene consegnato alla chiusura del cantiere. La Giunta ortese ha assegnato, con l’ultima delibera di qualche settimana fa, tale ruolo al geometra Francesco Bitetto, dipendente della Regione Puglia, in servizio presso la sezione Lavori Pubblici.
Ma nel corso dell’ultima assise comunale, il consigliere Vece ha dato lettura dell’ultima relazione di collaudo redatta dall’ingegner Bruno, prima che quest’ultimo decidesse di rimettere il proprio incarico. Dal documento si evincono tutte le problematiche che l’ingegnere aveva rilevato e che, in assenza di correttivi, lo hanno portato a non rilasciare la certificazione richiesta.
“Avevo già con precedente nota comunicato che dall’esame degli atti amministrativi e tecnici – riporta Bruno nel documento – appariva evidente che alcune lavorazioni sono state eseguite difformemente dal progetto approvato, tanto che il direttore dei lavori ha prodotto un conto finale che tiene conto di detrazioni effettuate con il benestare dell’impresa ma mancante dell’assenso del RUP e dell’amministrazione comunale”.
Nelle motivazioni esposte all’interno della relazione pare di comprendere che siano state eseguite delle lavorazioni in eccedenza rispetto a quanto previsto da contratto, mentre altri adempimenti richiesti non siano stati effettuati. Non a caso, ad oggi, la piazza ortese si presenta già in stato fatiscente, con il malfunzionamento dei giochi d’acqua della fontana e con dei problemi dei canali di scarico che ultimamente stanno rigettando acque di scolo di color rossastro che macchiano le pietre bianche della nuova pavimentazione. Se l’Amministrazione avesse approvato un progetto di variante ed avesse in qualche modo incluso le lavorazioni in eccedenza, il collaudatore avrebbe potuto firmare la fine dei lavori. Ma è lo stesso Bruno, nel documento mostrato da Vece, ad affermare che ciò non sia mai avvenuto. Senza le autorizzazioni necessarie per questi lavori in eccedenza si configurano due scenari: il primo, nel caso di lavori peggiorativi, è quello della demolizione o della detrazione dal compenso dell’impresa; il secondo, in caso di aggiunte migliorative, è quello del mancato pagamento degli stessi.
“Ulteriore vulnus che l’amministrazione comunale deve sanare – spiegava l’ingegnere – attiene ad una particolare circostanza in considerazione di attività non perfettamente in linea con il dettato normativo del codice dei contratti e del regolamento di attuazione, in quanto alcune opere di migliore proposte dall’appaltatore in sede di gara – che hanno permesso all’impresa di aggiudicarsi la gara – non sono state eseguite con motivazioni non del tutto pertinenti”.
“Con questa nota l’ingegner Bruno faceva notare all’Amministrazione che per proseguire il suo collaudo avrebbe avuto bisogno di atti prodotti dalla Giunta” – spiega il consigliere Antonio Vece. “Stante l’opera realizzata, ci troviamo di fronte ad una situazione scandalosa, per un solo motivo: l’opera non è stata eseguita come da contratto e come da variante del 2015. Inoltre sono state realizzate delle opere in più, come tubature che agevolano lo scarico delle acque, ma che non sono indispensabili. Adesso il sottoscritto non consentirà a nessuno di venire da fuori a mettere il coperchio su un lavoro penoso”.
Durante la stessa seduta ha dato risposte in merito, l’assessore ai lavori pubblici, nonché vicesindaco, Laura Spinelli: “Per quanto riguarda le lavorazioni che non sono state eseguite abbiamo effettuato uno scorporo con decurtazione del compenso, mentre per ciò che concerne l’aspetto legale abbiamo un contenzioso al Tar con l’impresa. In merito ai lavori in eccedenza, invece, per poter deliberare sull’utilità e indispensabilità dell’opera, la Giunta deve ricevere prima la relazione del RUP. Stiamo aspettando che il nuovo collaudatore, come organo terzo, ci faccia un’ulteriore analisi, solo in quel caso verranno presi dei provvedimenti. Questi lavori riguardano soprattutto il miglioramento del sistema di deflusso delle acque di scolo della fontana”.