Le telecamere restano spente, ma i riflettori si riaccendono su quella che è sicuramente una delle vicende più oscure dell’amministrazione comunale di Orta Nova. Con l’ultima delibera di Giunta, la squadra di Governo capitanata dal sindaco Dino Tarantino ha disposto la citazione in giudizio della Società Sistemi Integrati e Mobilità (Simtech srls) alla quale fu commissionata, con una convenzione risalente al marzo del 2013, la predisposizione di impianti di videosorveglianza in città e di autovelox lungo il tratto di competenza sulla Strada Statale 16.

Dalla data di liquidazione delle somme sono sorte subito delle inadempienze che finora non hanno consentito al sindaco ortese di porre in essere uno dei capisaldi della sua campagna elettorale: “sicurezza e più controlli”, ipse dixit. Per quanto riguarda i venti punti di videosorveglianza pattuiti, nessuno di questi è stato predisposto al funzionamento, a distanza di 4 anni dalla prima convenzione semestrale. Gli unici “segni” lasciati dall’impresa romana riguardano la predisposizione logistica dei locali della centrale di controllo all’interno della caserma della Polizia Municipale. Mobili spostati, muri imbiancati e poco altro ancora. Ad oggi gli unici punti di osservazione attivi in città sono quelli installati autonomamente dal comune di Orta Nova nei pressi del Largo Ex Gesuitico e del canale di Via Ascoli Satriano, dove molti scapestrati erano soliti scaricare i loro rifiuti. Ben più complessa è stata invece la querelle riguardante gli occhi elettronici installati – questi sì – lungo la Statale 16, nei tratti di competenza del comune ortese. Le relative convenzioni per la ripartizione delle sanzioni pecuniarie – a onor del vero piuttosto sfavorevoli per le casse comunali – avevano aperto un filone di indagine, tuttora alla fase istruttoria, che ha visto diversi interrogatori a danno di alcuni vigili urbani di Orta Nova (ma finora nessun rinvio a giudizio). In quella convulsa situazione si dovettero registrare anche le dimissioni dell’allora assessore al ramo, Ottavia D’Emilio.

Nel frattempo, nel comune capofila dei Reali Siti, l’esigenza di misure deterrenti all’inciviltà non è mai venuta meno. Soltanto qualche giorno fa, dei giovani teppisti si sono introdotti all’interno della Villa Comunale dove hanno dato fuoco a sette palme giganti, spente successivamente dai volontari della Protezione Civile. Tutti i punti riqualificati e restituiti alla collettività stanno lentamente tornando al degrado e all’incuria per mancanza di vigilanza e di attenzione. L’esempio lampante è quello del nuovo Parco “Martiri delle Foibe”. Ecco che allora, con l’ultima delibera, finalmente il comune si mette dall’altra parte della barricata, anche se l’attuale assessore alla Polizia Municipale, intervistato da questa testata, afferma che già da diverso tempo si stava lavorando alla risoluzione della controversia con la società inadempiente.

“La nostra disamina va avanti da diverso tempo – spiega Antonio Attino – purtroppo alcune circostanze hanno rallentato gli intenti della nostra amministrazione. Dopo aver ottenuto una documento dal comandante reggente della Polizia Municipale, Ruggiero Ventrella, nel quale lo stesso ha fatto emergere diverse perplessità, abbiamo provveduto ad individuare un legale e a citare in giudizio la società Simtech. Quest’ultimi ci avevano proposto un accordo transattivo che però non ci ha soddisfatti dal punto di vista economico, così abbiamo deciso di procedere per vie legali. Nel corso di questi mesi abbiamo inviato delle missive alla società senza ottenere alcuna risposta. E’ chiaro che sia le indagini in corso che tutte le altre vicende di contorno abbiano rallentato un iter che ora potrebbe conoscere una fase risolutiva”.

La pratica è stata affidata all’avvocato Giulio Scapato del Foro di Foggia, per un compenso di circa € 8.700. Ora si attende soltanto la pronuncia del Tribunale Civile di Roma, in attesa che gli uffici amministrativi del Comune di Orta Nova possano procedere ad una conta definitiva delle perdite nette avute in seguito all’esternalizzazione di un servizio che non ha mai avuto modo di esistere.

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