Villa De San Miguel De Ibarra è una grandissima città della provincia di Imbabura, in Ecuador. Circondata da 3 vulcani, si trova su un altopiano di oltre 2000 metri e ciò ne determina una temperatura favorevole sia in inverno che in estate. Accade che i tanti professionisti di questo paese economicamente in ascesa, magari durante la pausa di un turno d’ufficio, piuttosto che ordinare la solita Manioca o una zuppetta di Yagualocro, potrebbero imbattersi in un piatto di orecchiette con le cime di rape.

Tutto questo è stato reso possibile grazie alla laboriosa opera di Fabio Zazzera, un cittadino di Orta Nova emigrato che, lo scorso 25 aprile, ha deciso di aprire un ristorante di cucina italiana proprio ad Ibarra, intitolando il locale alla sua città di origine. La storia di Fabio però è particolare e merita di essere raccontata. All’età di 26 anni, lascia Orta Nova e si sposta in Francia alla ricerca di un’occupazione stabile. Evidentemente però il suo destino era altrove, fuori dal vecchio continente e, dopo varie peripezie, decide di attraversare l’Oceano alla volta del Messico. Qui incontra Sandra, una ragazza tedesca emigrata, che diventa la sua compagna di viaggio e con la quale si stabilisce a San Francisco per 4 lunghi anni di gavetta all’interno di un ristorante italiano. Fabio lavora come cuoco e Sandra come cameriera, ma nel frattempo i sogni e i programmi dei due sono ben diversi. La prima grande felicità della vita dei due emigrati (e lo si evince anche dal nome di battesimo) è la nascita del piccolo Felix. Con l’arrivo del primogenito i due cominciano a chiedersi come poter avviare un’attività in proprio, con tutti i risparmi che avevano accumulato fino a quel momento. Così, anche su consiglio di alcuni conoscenti, la giovane famiglia decide di spostarsi in Ecuador, proprio ad Ibarra, dove vivono attualmente.


13227168_625453517606929_1355410752332098921_n“Abbiamo deciso di andare in Ecuador – ci spiega lo stesso Fabio – perché alcuni nostri amici americani ci avevano parlato molto bene di questo paese. Quindi abbiamo comprato un camper e abbiamo guidato fino al Sud America, passando per tutti i paesi. Ci abbiamo impiegato un anno e mezzo e, una volta arrivati a destinazione, ci siamo stabiliti ad Ibarra, una città di 150.000 abitanti, totalmente immersa nella natura. Qui abbiamo trovato un vecchio ristorante dismesso e abbiamo deciso di ristrutturarlo totalmente per iniziare una nuova attività”.

In questo modo è nato “Orta Nova”, un accogliente ristorante che in poco tempo si è già assicurato la fiducia di numerosi clienti. All’interno delle cucine, lo stesso Fabio, si cimenta con le specialità pugliesi a lui tanto care. La pasta fatta in casa, secondo le buone tradizioni ortesi, è la vera specialità di questo singolare punto di ristoro ecuadoregno. Tagliatelle, ravioli, orecchiette e tortellini, vengono accompagnati dalle passate di pomodoro, dai dolci tipici, dai liquori al caffè e dall’immancabile limoncello.

13331015_632347710250843_5329080535672341213_n“Mi diletto soprattutto con le specialità pugliesi e italiane – ci racconta Fabio dal suo ristorante – ma più in generale mi affascina anche il cibo greco. Abbiamo deciso di chiamare il locale ‘Orta Nova’ per una questione affettiva, perché ciascuno di noi non deve mai dimenticare da dove viene. Il locale sta crescendo rapidamente perché molti ecuadoregni sono stanchi della cucina locale che è fin troppo monotona”. Oltre alle radici culturali, questa attività fuori dagli schemi cura anche i rapporti con la gente del posto, attraverso l’acquisto di alcuni prodotti da artigiani locali, che costituiscono comunque la base del menù offerto ai clienti. Sono tante anche le iniziative di contorno, come le esposizioni di quadri di artisti locali e una prossima apertura a locale serale con musica dal vivo. Ritornare in Italia? “Per adesso no – ci risponde Fabio – ci siamo dati 4 anni per capire se funzionerà la nostra nuova attività, poi magari ci sposteremo ancora verso altre zone del sud America. Qui abbiamo trovato un posto bellissimo e un’accoglienza straordinaria. Stiamo avendo la possibilità di ricreare un ambiente che solo noi italiani siano in grado di curare e qui le nostre tradizioni vengono molto apprezzate e rispettate. Per il momento, dobbiamo visitare prima tutto il sud America e poi, magari, quando saremo più anziani, perché no, potremo ritornare ad Orta Nova (città)”.

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