La stele daunia torna a casa, anche se una casa ancora non ce l’ha. Oltre 30 mecenati, coordinati dall’attuale Presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali, Giuliano Volpe, si sono impegnati con la Fondazione foggiana Apulia Felix per racimolare le quote che hanno permesso di avere la meglio all’asta pubblica svoltasi negli scorsi giorni a Londra. Dopo l’aggiudicazione però è arrivato il momento di pensare a come rendere fruibile e visibile questa testimonianza che appartiene alla storia della Capitanata.

L’ex rettore dell’Unifg, continuando nella logica della partecipazione dal basso e della trasparenza, ha affermato che la sua collocazione dipenderà dal volere di tutti coloro i quali hanno partecipato economicamente alla formulazione dell’offerta d’asta, sentito naturalmente il parere della Soprintendenza di riferimento. L’idea di Giuliano Volpe – così come ha spiegato in un’intervista rilasciata a questa testata – è quella di esporla all’interno del nuovo Museo civico di Ordona che sarà inaugurato il prossimo 26 aprile a poche centinaia di metri dalla collina dove sorge l’inespresso sito archeologico di Herdonia.

“Naturalmente questa è solo la mia proposta – afferma Volpe – adesso dobbiamo incontrarci e decidere insieme. Di questa eventualità ho già avvisato la Soprintendente Simonetta Bonomi, ma adesso bisognerà capire con quale tempistica si potrà disporre del reperto. Questa mattina abbiamo provveduto ad effettuare il pagamento, ma non sappiamo con che tempi la stele arriverà a Foggia. Soltanto dopo si potrà procedere ad un opportuno restauro, prima di individuare un degno supporto e collocarla all’interno di un percorso visivo che ne spieghi le origini e le peculiarità. Tutto questo richiede del tempo e non sappiamo se saremo in grado, eventualmente, di riuscire a garantire la presenza della stele nel giorno in cui si  inaugurerà il Museo di Ordona”.

museoLA GESTIONE DEL MUSEO. Il reperto di epoca preromana, strappato dalle grinfie di privati, oltre a trovare una certa coerenza storico – ambientale nelle vicinanze del sito di Ordona, dove sono documentate altre tracce storiche dei dauni, servirebbe anche ad attirare l’attenzione su un Museo che verosimilmente partirà in sordina a causa dell’allestimento tutt’altro che completo e anche per via di un progetto di gestione che ancora non è stato individuato nel dettaglio. Su quest’ultimo passaggio ha competenza esclusiva il Comune di Ordona, amministrato dal sindaco Serafina Stella, attuale presidente dell’Unione dei Cinque Reali Siti. La Fondazione Apulia Felix si è da tempo proposta, ma dove reperire le risorse? Le parti hanno iniziato a confrontarsi solo di recente, quando l’Amministrazione ha deciso di coinvolgere l’Università di Foggia e il professor Volpe per gli ultimi adempimenti prima dell’apertura del Museo.

“Ma al momento – sottolinea Volpe – abbiamo soltanto un accordo di massima. Personalmente sono sempre disponibile ad attivarmi per Herdonia, visto che per anni ho condotto degli studi da queste parti. Però c’è il rischio che dal giorno successivo all’inaugurazione, il Museo debba chiudere perché non ci sarà nessuno che se ne potrà occupare. Sfortunatamente quello è un polo museale che non potrà mai avere delle entrate, perché il vicino sito archeologico non è ancora stato espropriato del tutto e quindi è impensabile far pagare un biglietto di ingresso ai visitatori. Le uniche entrate possibili saranno quelle derivanti da progetti e attività che l’Ente potrà avviare nel corso del tempo. Ma al momento sarà difficile garantire la continuità e la fruibilità della struttura. Per fare ciò è necessario studiare i costi ed elaborare una formula efficace. Dal mio punto di vista ho dato dei suggerimenti all’amministrazione, vedremo se saranno ascoltati”.

Sembra andare nella direzione del coinvolgimento dei privati la “ricetta” individuata da Volpe. Non soltanto sponsorizzazioni di grandi aziende, ma anche la possibilità di convertire quei ristori che le aziende dell’eolico devono ai comuni per legge, in un progetto per la gestione del polo museale di Via Soldato Pasculli. “Ordona è un comune molto piccolo – spiega Volpe – con tutte le difficoltà di bilancio che contraddistinguono i piccoli centri. Sarà difficile gestire il museo, ma le alternative per ammortizzare i costi non mancano”. Per tutte queste vicissitudini, agli occhi dei primi visitatori il Museo si presenterà abbastanza scarno nei contenuti. I fondi a disposizione sono stati utilizzati più che altro per riqualificare l’edificio e adibirlo a museo. La maggior parte dei reperti messi ad inventario rimarranno per il momento ancora in archivio, fino a quando altri fondi permetteranno successivi restauri. Oltre ad alcuni corredi funerari rinvenuti in zona, saranno le tecnologie didattiche a prendersi la scena all’interno della nuova area. Sempre in attesa della stele daunia che, seppur dal valore ridotto in termini economici, ha comunque rappresentato un buon esempio di collaborazione e di senso civico.

CAPITOLO HERDONIA. “La responsabilità dei ritardi per lo sviluppo del sito di Herdonia è da attribuire agli attuali proprietari degli ultimi terreni ancora da espropriare”. Questo è stato il commento del professor Volpe all’indomani della notizia dei 150.000 euro che la Soprintendenza di Taranto ha inviato a quella di Foggia, individuando tra i destinatari proprio il sito ai piedi dei Monti Dauni. “Se non ci fosse stato il contenzioso con gli eredi Cacciaguerra, il parco archeologico avrebbe potuto intercettare negli anni diversi milioni di euro provenienti da fondi europei, invece così non è stato perchè naturalmente su un fondo privato non si possono fare interventi pubblici. L’ultima chiamata è quella del 2020, quando scadrà la  programmazione dei PON Cultura. Bisogna affrettarsi”.

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