Quante volte abbiamo constatato che la mole di stress e di ansie complica il nostro modo di vivere? Quante volte ci sembra di essere arrivati ad un punto di non ritorno? Quante volte abbiamo colpevolizzato gli altri o noi stessi per il fallimento di una giornata? Tante, troppe.
E quanti benefici ne abbiamo tratto? Nessuno.

La meditazione è l’intermediario tra i nostri pensieri e la vita, tra il mondo che ci circonda e la percezione di esso. Placare i nostri istinti, l’eccesso delle emozioni in subbuglio o il vortice di negatività è alla base di una crescita personale e mentale. Un momento di silenzio, di ascolto dei nostri pensieri e delle nostre sensazioni è già meditazione. Un lavoro complesso ma non irraggiungibile, un impegno di comprensione rivolto a noi in cui a beneficiare è la nostra mente e le relazioni che quotidianamente viviamo.

Non è difficile avvicinarsi alla meditazione, possiamo coglierla anche nei più piccoli gesti di ogni giorno che ci conducono ad un piacere dell’anima. L’importante è riuscire ad ascoltare la nostra mente; un lavoro che parte dalla disponibilità di metterci in relazione con noi stessi, comprendendo umilmente quali sono i passi che abbiamo effettuato e quelli ancora da compiere per arrivare alla serenità.

Esistono tanti metodi di meditazione: dai classici orientali, alle moderne analisi di consapevolezza occidentali o ai differenti riti creativi, guidati ed in movimento. Non è detto che ogni persona mediti allo stesso modo per tutta la vita. Le fasi della nostra crescita sono accompagnate da un cambiamento interiore; di conseguenza anche il nostro modo di approcciarci alla riflessione del mondo può necessitare di una variazione. Non esiste nemmeno un’età od un momento esatto per conoscere questo criterio di raggiungimento del benessere. Più siamo propensi a conoscerci e ad aprirci al mondo, tanto più siamo vicini alla meditazione.
Il tempo necessario varia in base alla quantità dei tasselli del puzzle da ricomporre nella nostra mente (ad esempio, quanto mi serve per arrivare a placare il mio animo?). Bisogna partire da un respiro profondo, in un luogo il più silenzioso possibile e con una leggera luce, in modo da poter riposare orecchie ed occhi, per giungere a riporre più attenzione alla nostra mente. L’importante non è arrivare ad escludere i sentimenti più turbolenti, anzi, è proprio il riuscire ad aprirci ad essi ed analizzarli nella loro essenza che ci conduce alla nostra totale comprensione. Disabituiamoci dalla monotonia, dal solito ritmo dei pensieri e delle piccole ansie, spalanchiamo la nostra esistenza alla gioia di esserci: gli attimi vanno vissuti così come ci giungono.

 “Meditare non significa accettare l’inaccettabile; significa vedere il mondo con più chiarezza, in modo da intraprendere relazioni più sagge e ponderate per modificare ciò che ha bisogno di essere modificato” così lo spiegano Mark William e Danny Penman, insegnanti di meditazione. Giungere poco alla volta, con l’impegno dell’ascolto e della comprensione, alla pace. Dai cinque minuti ad un’ora, spegniamo tutto ed uniamo corpo e mente, facciamoci guidare dalla consapevolezza dell’esistenza, accettiamo noi, gli altri, gli eventi ed i sentimenti.

Vi invito alla meditazione, qualunque essa sia, con una frase incoraggiante che i sopra citati docenti enunciano nei loro trattati: “Forse ti stupirà scoprire quanta felicità e quanta gioia in più si possano raggiungere apportando cambiamenti anche minuscoli al proprio modo di vivere.”

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