E’ ormai all’ordine del giorno l’imperversare del capitalismo all’interno della nostra società. Lo sfruttamento dell’essere umano; la sua decentralizzazione dalle questioni politiche; l’oggettificazione della vita di ogni essere vivente, ormai, hanno determinato la vittoria del capitalismo nel nostro Paese. Gli ultimi casi sono proprio quelli relativi ad Amazon e Ryanair. Amazon è un servizio di vendita online che basa il suo successo sulla grande rapidità con cui il tutto avviene. Ma dietro quella rapidità, proprio qualche settimana fa, è stato scoperto di come ci siano umiliazioni e sfruttamento di ogni tipo. Lavoratori a cui veniva negato il diritto della pausa pranzo oppure di potersi assentare per andare in bagno. Condizioni di lavoro che ci rimandano indietro di secoli e secoli. Un caso analogo possiamo trovarlo con il caso Ryanair: i piloti che hanno deciso di scioperare venerdì 15 dicembre, hanno ricevuto minacce da parte dei propri dirigenti. Minacce di blocchi salariali; di aumento di giornate e ore di lavoro con conseguente riduzione delle vacanze.

Ovviamente questi sono alcuni dei migliaia di esempi che si potrebbero fare. Infatti lo sfruttamento è entrato a far parte in diversi settori di lavoro. Non è un caso che il giornalista, e scrittore, Leonardo Palmisano abbia definito il nostro sistema come “Mafia caporale” ovvero il caporalato non più presente nelle campagne ma che ormai investe troppi settori lavorativi. Un altro elemento molto preoccupante è che ormai sembra che lo sfruttamento sia entrato a far parte dell’educazione formativa nelle scuole e nella coscienza comune.

Pensiamo ad esempio all’alternanza scuola-lavoro; agli stage; ai tirocini: rappresentano tutti tentativi di egemonia della cultura dello sfruttamento. Ragazzi e ragazze che vengono costretti a lavorare tante ore al giorno, oltre che a studiare, senza alcuna retribuzione. In tanti casi si viene ad evidenziare di come i lavori effettuati dagli stessi tirocinanti non sia minimamente coerente con il loro progetto di studio. L’idea che è alla base di tutto questo consiste nel far comprendere che alla fine è importante farsi sfruttare se si vuole realmente trovare un lavoro; che il lavoro deve essere gratuito; che i diritti siano solo carta straccia. Gli effetti dell’ideologia del mercato ricadono anche sull’istruzione. Infatti la scelta formativa non deve più essere compiuta in base a ciò che realmente piace fare, ma in base alle opportunità di lavoro che riesce a dare. La formazione culturale dell’individuo diventa la cosa più inutile a causa del materialismo capitalista.

Chi più volte ha tentato di denunciare tutto questo è stato anche l’attuale pontefice Papa Francesco. Il quale spesso ha lanciato un monito alla comunità politica, e cioè quello di costruire un’alternativa all’ideologia capitalista che degrada e denigra l’essere umano. Ed effettivamente è così: di fronte a tutto questo la politica non può più rimanere a guardare. Se realmente si vuole costituire una vera alternativa al sistema bisogna partire esattamente da qui, da una rivoluzione culturale.

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