La Chiesa cattolica è vista spesso come un ambiente chiuso, bigotto, maschilista, fermo e convinto assertore di posizioni retrograde. Il cristianesimo, però, nella figura e nella predicazione di Cristo, ha dato protagonismo alle donne, rendendole discepole e cambiandone la percezione sociale. In “Ave Mary” Michela Murgia cerca di sviscerare il ruolo della donna nella vita della Chiesa, studiandone l’evoluzione e cercando di trovare dei punti in cui inserire, come una leva in un cuneo, concetti femministi per rendere meno antifemminista la dottrina cattolica. Per farlo, smonta pezzi interi di teologia, discorsi papali, interviste, scritti e prassi dottrinali per rimontarli in un’ottica femminil-femminista. Pur non nascondendo che la Murgia offre spunti interessanti, trovo la sua impostazione un po’ forzata, al limite del tendenzioso. Ciononostante, si tratta di una lettura molto interessante su un punto di vista ancora poco sviluppato.



Se fosse cibo:
Pensando alle origini dell’autrice, direi colurgiones, ravioli sardi con un ripieno davvero gustoso.

Racchiuso in una frase:
Sono sempre stata convinta che l’educazione cattolica abbia ancora un ruolo fondamentale nel fornire chiavi di lettura al nostro mondo, e anche quando crescendo molti abbandonano le convinzioni di fede o quando non le hanno mai avute, quell’imprinting culturale non viene meno, anzi continua a condizionare il nostro stare insieme da uomini e donne con tanta più efficacia quanto meno viene compreso e criticato. (p. 7)

Edizione utilizzata:
Michela MURGIA, Ave Mary – E la Chiesa inventò la donna, Einaudi, Torino 2011.


Dove trovare il libro:
E’ facilmente reperibile nelle maggiori librerie online italiane (lafeltrinelli.it, mondadoristore.it, ibs.it) e nelle bancarelle online dell’usato (www.comprovendolibri.it, www.abebooks.it).

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