E’ stato un pomeriggio all’insegna della musica quello che ha visto protagonista nell’ambito degli Incontri d’autore Medimex il cantautore, compositore e polistrumentista albanese naturalizzato italiano Ermal Meta.


Infatti oltre a prestarsi con spirito ironico e spontaneo all’intervista di Ernesto Assante, il cantautore ha deliziato il suo numerosissimo pubblico con quattro brani che sono stati per lui particolarmente importanti: “Storia di una favola” che rappresenta il seme iniziale di tutto quello che è successo in seguito nella sua carriera, “Vietato Morire” nella quale c’è molto di se stesso e della sua storia tanto da non poter nascondere la commozione introducendola, “Non mi avete fatto niente” canzone vincitrice del festival di Sanremo che simboleggia una danza di opposizione al male, contro la paura, per tenerla a bada e infine la dolcissima “Piccola anima”.

Ma da dove ha tratto origine la passione per la musica?
E’ nata sicuramente grazie al suo dal carattere chiuso, come ci ha raccontato: «non riuscivo ad esprimermi se non attraverso la scrittura delle canzoni e la musica, inizialmente suonando il pianoforte, poi l’amore forte per la chitarra che è uno strumento gipsy, è nomade, riesce ad avere molti suoni e ha un fascino intramontabile», fondamentale è stato comunque l’appoggio della mamma e della famiglia che lo hanno supportato nell’ inseguire i suoi sogni ed educandolo sin da bambino all’ascolto musicale della musica classica.

Un ruolo importante l’ha avuto anche la Puglia, in particolare Bari dove lui è cresciuto fino all’adolescenza, luoghi che gli hanno insegnato ad avere una cosa che è fondamentale nel suo mestiere, ossia la pazienza, saper aspettare il giusto momento, oltre a donargli quello che lui definisce “il fuoco negli occhi”. Ermal Meta comincia a muovere i suoi primi passi nel mondo musicale da adolescente, con la sua prima band gli “Shiva”, successivamente con un’altra band che pure gli ha regalato tante soddisfazioni “La fame di Camilla”, poi la scelta di lasciare la band per intraprendere un percorso da solista, una scelta per nulla facile, infatti egli stesso ha detto« la fine con il gruppo è stato il momento in cui ho sofferto di più, sentivo che qualcosa era cambiato e volevo inseguire la strada che immaginavo per me, ma al tempo stesso avevo paura di perdere gli amici di una vita.»



E’ innegabile in effetti che una band dia più sicurezza, e che lasciarla sia sempre un rischio, ma vero è anche che non esiste mai una carriera totalmente solista per un musicista perché la musica si fa sempre con altri, nasce dal confronto con altri e da un lavoro di gruppo. Come ci si aspetta da una manifestazione come il Medimex, al centro del dibattito non può che esserci proprio Lei, la musica, l’unica arte al mondo che noi guardiamo mentre si crea, che Ermal esprime attraverso la canzone che ha definito, secondo la sua esperienza: «qualcosa che nasce da uno scompenso di imperfezione».

Un incontro piacevole dal quale emerge quanto lui rappresenti una nuova generazione di autori in grado di mettere insieme canzoni d’autore e pop, esperimento affatto facile ma nel quale Ermal riesce molto bene. Il Medimex si conclude il 14 aprile , tra gli eventi segnaliamo “Omaggio a Lucio Dalla” con Pierdavide Carone presso il teatro del Fuoco alle ore 11:30.

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