La metafora del pastore che muove il suo gregge dagli allevamenti della Marsica, in Abruzzo, fino alla provincia di Foggia è perfetta per restituire alla storia il percorso professionale di Franco Fazi che, il prossimo 12 luglio festeggerà 25 anni della sua attività di maestro barbiere in Orta Nova. Così come il gregge si muove verso i pascoli erbosi e verso un ristoro climatico, allo stesso modo Fazi ha mosso i suoi passi nel suo settore professionale per tagliare traguardi importanti, senza dimenticare quel bagaglio di tradizioni e valori tramandati proprio dai suoi umili antenati. Non è un caso, infatti, che il rinomato brand BARBITONSORE, nato proprio dall’estro di Franco Fazi, sia indicato da un albero con le radici ben piantate al suolo e di fianco dall’iscrizione dell’anno 1903.
1903 è l’anno di nascita del bisnonno di Franco Fazi, Cesidio, che mosse i suoi passi verso la Capitanata proprio al seguito del suo gregge, attraversando gli antichi camminamenti e i sentieri tracciati per la transumanza. Dall’Abruzzo alla terra felix della provincia di Foggia, per dovere ma anche per piacere, tant’è che qui appunto conobbe la sua futura moglie, Maddalena Roggia. Sono loro i due capostipiti di una storia centenaria che ha messo piede in Orta Nova e da qui ha dato vita ad un bagaglio di esperienze improntate alla salvaguardia dei valori di un’epoca ormai andata. Con un bisnonno pastore, un nonno e un padre contadini, Franco Fazi ha deciso di fare il barbiere, ma senza snaturare un percorso familiare votato alla manualità, alla tradizione e al legame confidenziale con la gente.
Sin dalla seconda elementare, il giovane Franco ha iniziato a frequentare i saloni di Orta Nova durante le calde estati del meridione. Faceva il garzone nel salone di “Falino”, dove ha avuto il primo approccio con il mestiere, su indicazione di suo padre. Erano gli anni ‘90 e Franco iniziava a capire che quella sarebbe stata la sua strada. Da ciò arrivò anche la prima esperienza di perfezionamento e di vera attività lavorativa, presso un altro riferimento locale del mestiere: Fernando Gasbarro, che ad Orta Nova era conosciutissimo e amatissimo, anche perché era il punto di ritrovo di tanti amici e clienti e si era addirittura guadagnato la fiducia di Zdenek Zeman che qui si faceva la barba ai tempi del grande Foggia Calcio. Franco al cospetto dei grandi assorbiva come una spugna tutti i consigli e i trucchi del mestiere, iniziando a mettere da parte quei risparmi che gli avrebbero consentito, il 12 luglio del 1994, di aprire un salone da barba tutto suo in Via Stornarella 6 ad Orta Nova.
“Dopo questa scelta coraggiosa – spiega Franco Fazi – ha preso inizio un percorso di perfezionamento nello stile, testimoniato anche dall’allestimento degli ambienti e dalla cura dei particolari nei confronti dei primi clienti con cui aveva stretto rapporti già negli anni precedenti”. All’interno del suo primo salone, così come i padri del mestiere avevano fatto con lui, Franco Fazi ha formato a sua volta decine di ragazzi che oggi hanno intrapreso un loro percorso professionale gratificante. Tutto questo è rappresentato dal simbolo di quell’albero che cresce dalle radici, si ramifica in tanti rami che poi danno frutti gloriosi. Ma la crescita è sempre subordinata a momenti di rottura e alla “potatura” necessaria di quei rami. Un evento infausto nel percorso di crescita di Fazi è stata la morte di suo padre, avvenuta nel 1997. Viene a mancare quell’uomo buono che aveva trasmesso tutta la sua genuinità e la sua fiducia nel percorso intrapreso dal figlio. Da lì in poi il giovane barbiere ha dovuto prendersi cura della sua famiglia, sacrificando energie alla sua attività professionale che comunque è andata avanti fino ad ulteriori traguardi e salti di qualità.
Infatti, nel 2000, Fazi si trasferisce in Via Carità ad Orta Nova e qui allestisce il suo nuovo salone da barba che diventerà uno snodo cruciale per la sua attività. Il necessario ridimensionamento successivo alla morte del padre fu superato soltanto attraverso l’impegno e la nascita di un brand che prendeva corpo lentamente nella testa del barbiere di Orta Nova. Passano altri nove anni di meritoria attività sul territorio e quel progetto di rivalutazione delle “radici”, inizia a prendere corpo con la nascita del Just Fazi Barber, tuttora situato in via Stornarella ad Orta Nova. Lo stadio finale dello spostamento verso quegli ideali pascoli erbosi della transumanza culturale di Fazi giunge così ad un passo dalla realizzazione.
Non basta la modernità a raccontare una storia, una storia si deve raccontare con testimonianze autentiche di un tempo. Da questa considerazione, nel 2015, è nato il BARBITONSORE, una vecchia bottega da barbiere (che fu di Nicola Delli Santi, altro riferimento storico del posto), rimodernata e riqualificata per raccontare un mestiere antico, con i rituali da barba che appartengono a tempi andati ma raccontano la genuinità dei gesti. Questo luogo così esclusivo, in breve tempo, è diventato accademia PRORASO, noto brand italiano del settore, ed è sede di formazione per tanti MEETUP che coinvolgono aspiranti barbieri di tutta Italia. L’esperimento di Corso Aldo Moro ha portato ad ulteriori scoperte: qui hanno visto i natali ESSENZA ed EFFLUVIO del BARBITONSORE che sono due fragranze ispirate agli antichi preparati da retrobottega che oggi sono nelle migliori barberie e nei rivenditori di settore più importanti d’Europa. Sulle eleganti boccette, nate dall’idea di Franco Fazi, vi è il simbolo dell’albero generazionale con le radici ben salde nel terreno dei ricordi, con a fianco la data del 1903 che ricorda il momento in cui tutto è iniziato. Un continuum spazio-temporale che va avanti e che oggi guarda alle progettualità in ambito regionale, con le istituzioni che si stanno accorgendo dell’importanza della rivalutazione dei vecchi mestieri.
“Ogni spostamento, ogni singolo passo mosso in questi 25 anni” – conclude Fazi – “è stato ispirato alla volontà di lasciare qualcosa alle generazioni future. Non posso pensare che un domani i miei figli non avranno la possibilità di scegliere il mio stesso mestiere, soltanto perché non ci sarà una generazione di mezzo a tramandarlo, perché sarà sostituito dalla meccanicità e dalla tecnologia, in un mondo che sta diventando sempre più frenetico e poco paziente. Nella mia idea di democrazia c’è anche la libertà delle future generazioni di vivere le stesse emozioni che abbiamo vissuto noi padri negli anni precedenti. Credo molto in tutto questo e continuerò a portare avanti questi propositi attraverso il mio mestiere e le mie esperienze”.
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