La Terza Sezione del TAR di Puglia – Bari (Presidente Orazio Ciliberti) ha accolto il ricorso presentato ieri dal Codacons di Lecce e da alcuni genitori della Provincia di Lecce che chiedeva la riapertura degli istituti di scuola primaria e secondaria di primo grado (scuole elementari e medie) in presenza, in ottemperanza a quanto disposto dal DPCM per le zone “Arancioni” e in opposizione alla chiusura generalizzata voluta dal presidente Michele Emiliano. E’ plusibile ora che nelle prossime ore il Governatore possa emanare una nuova ordinanza per rispettare questa sentenza e quindi anche il DPCM.

“Speriamo ora che la Regione Puglia voglia adeguatamente riconsiderare la propria posizione allineandosi ai complessi parametri fissati dal Governo per la definizione delle criticità epidemiologiche nelle varie zone del paese, consentendo agli studenti salentini la regolare ripresa della didattica” – affermano in una nota dal Codacons. “I genitori ricorrenti sono assolutamente consapevoli della gravità della situazione ed è proprio con questa consapevolezza e con una adeguata valutazione degli interessi che hanno deciso di presentare il ricorso ottenendo oggi un primo importante risultato.

Il Tar per la Puglia ha deliberato seguendo tre diversi ragionamenti: la classificazione arancione della Regione Puglia consente, secondo il recente DPCM, la didattica in presenza e non vi sono ragionevoli ragioni per discostarsi da tale valutazione operata a livello di Governo Nazionale. Addirittura il TAR evidenzia come la didattica possa svolgersi per le scuole elementari e parte delle medie anche nelle zone classificate rosse; la motivazione dell’Ordinanza Regionale non è tale da superare le adeguate valutazioni operate in sede di DPCM; la difficoltà che hanno molte famiglie di seguire la DAD si traduce in una sostanziale interruzione delle attività didattica e dei servizi all’utenza scolastica tanto da giustificare il provvedimento d’urgenza e la necessaria legittimazione del Codacons di Lecce.

“Come più volte ripetuto dal Ministero dell’Istruzione” – continua la nota – “il problema non sono le strutture scolastiche e/o le scuole ma il complesso mondo che gira intorno ad esse, in primo luogo i trasporti pubblici. La risposta non può quindi essere l’indiscriminata chiusura delle scuole ma provvedimenti che incidendo significativamente sulla gestione dei trasporti consentano ai ragazzi di arrivare a scuola in piena sicurezza, oltre agli interventi in materia di chiusura e/o limitazione di esercizio delle strutture ricreative etc”.



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