“A tre chilometri dalla rivoluzione” è l’ultimo lavoro cinematografico del regista Angelo Casto, originario di Orta Nova. Il documentario approfondisce una delicata fase storica del Comune ortese, con racconti e testimonianze dirette sulla dialettica politica degli anni dal dopoguerra ad oggi. Ne deriva uno spaccato di una società che non esiste più, dove per gli ideali politici si sacrificavano carriere, affetti e tanti altri aspetti importanti della vita.

LA TRAMA. La pellicola del regista ortese, infatti, racconta la parabola di tre ragazzi che verso la fine degli anni ’60 si iscrissero al PCI, sacrificando in tal modo il proprio futuro, per dedicarlo a quello del loro paese. La rivoluzione che sognavano consisteva nel destare la comunità di appartenenza dal torpore ancestrale in cui giaceva. Da tutto ciò iniziò un percorso volto a superare la fase di preminenza del socialismo nel Comune di Orta Nova. In questo contesto si venne a realizzare una forma ante litteram di “compromesso storico”, un caso che fece “rumore” anche a livello nazionale.

IL CASO “ORTA NOVA. Il compromesso storico fu una visione politica lanciata da Berlinguer e presa in seria considerazione da Moro. Dopo il rapimento di quest’ultimo per mano delle brigate rosse, il progetto di “saldatura” politica tra PCI e DC si arenò a livello politico nazionale, ma l’unico luogo in Italia in cui i due partiti trovarono un accordo fu Orta Nova, nella periferia della Provincia di Foggia. Questo unicum della storia repubblicana racconta una visione che c’era all’epoca e che oggi non c’è più: quella finalizzata al raggiungimento del bene comune. “Una parabola raccontata per evidenziare il distacco definitivo del Mezzogiorno dalla storia” – aggiunge il regista, Angelo Casto. “Ciò grazie anche alla politica, che si conferma una volta di più il recinto in cui si scatenano i sentimenti umani più bassi”.

VENENDO AI GIORNI NOSTRI. Il documentario perviene ad una triste quanto amara conclusione: in politica non c’è più spazio per i buoni ideali. Dalla stessa agoné dove socialisti, comunisti e democristiani si contendevano la maggioranza, si arriva ai fatti contemporanei, con le immagini del comizio della sindaca Iaia Calvio risalenti al gennaio 2014, all’indomani della sfiducia del consiglio comunale. In quell’occasione la sindaca sfiduciata fece un accurato elenco di richieste – più o meno lecite – rifiutate nel corso degli anni a palazzo di città. Dal compromesso storico, dunque, si giunge mestamente al compromesso… e basta.

PREMI INTERNAZIONALI. Il racconto filmografico è già stato apprezzato e premiato da diversi festival di respiro internazionale. “A tre chilometri dalla Rivoluzione” è risultato il miglior film italiano al Reale Film Festival, la cui edizione 2020 si è tenuta esclusivamente online. Al momento la pellicola ha raggiunto la finale al Communist International Film Festival e attende la fine della pandemia per ulteriori e nuovi traguardi, anche dal punto di vista della distribuzione.

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1 COMMENTO

  1. Non si tratto’ di mettere all’angolo la preminenza del socialismo ortese, ma i socialisti ortesi, ormai divenuti solo luogo di potere fine a se stesso e pieno di elettori famelici di piaceri e del patrimonio immobiliare del comune di Orta Nova. Molti di dx per interessi votava psi. Quindi non e’ vero che eravamo anti socialisti, magari ci fosse stato un vero rapporto pulito a sx. Orta Nova era ed e’ nella cultura popolare di vecchie nostalgie di destra. Ricattava i democristiani e comunisti ad ogni formazione del governo cittadino. Si doveva ratificare le regalie che facevano durante la campagna elettorale in forma ingiusta e illegittima, a dir il vero alle solite famiglie numerose e fameliche, che con il loro voto potevano condizionare il risultato elettorale. Poi si sono svelate quelle che erano dopo la fine del potere socialista, con Moscarella e la nuova dx successiva

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