In pochi lo sanno, ma il Comune di Stornarella è stato teatro di un terribile conflitto a fuoco tra una banda di briganti e le forze armate dell’Italia unita. La notte più buia della storia del piccolo Comune dei Reali Siti risale al 30 marzo del 1862, quando 200 briganti a cavallo, comandati dal capobanda Giuseppe Schiavone, vennero a contatto con il II Squadrone del Reggimento Cavalleggeri Lucca, comandato dal luogotenente Leuci.
Dopo aver subito una pesante defezione nel territorio di Sant’Agata di Puglia, i cavalleggeri dell’esercito regio, passando per Ascoli Satriano, fuggirono verso Stornarella, nel tentativo di chiedere aiuto all’allora sindaco Don Domenico Curci. Quest’ultimo ordinò alla guardia locale di armarsi e combattere al fianco della truppa piemontese, per evitare che i briganti potessero impossessarsi del Comune. Pochi cittadini risposero all’appello del sindaco, mentre altri, spaventati per quanto stava per accadere, lasciarono le loro abitazioni per ripararsi nei campi.
Secondo quanto riportano le cronache storiche, quando i briganti arrivarono nei pressi di Stornarella furono accolti da alcuni fazzoletti bianchi e dal motto “Evviva Francesco II”. Questo è quanto accadde poco prima del durissimo conflitto a fuoco che si verifico alle porte del paese. Alle ore 21, dello stesso giorno, infatti, Stornarella era tutta a soqquadro. A cavallo ed armati di tutto punto, i briganti vestivano in piena tenuta militare, con tanto di trombe che anticipavano l’assedio. Il risultato fu drammatico, fu uno dei passaggi storici più sanguinosi del brigantaggio post unitario nel meridione d’Italia
Lo scontro a fuoco durò fino alla mezzanotte, tre ore di sgomento e dolore. Tantissime furono le perdite tra i Cavalleggeri del comandante Leuci, ma secondo le cronache del tempo non fu sparso del sangue tra gli abitanti di Stornarella. Sicuramente ci furono tanti danni alle strutture del paese, come ad esempio per il “lamione” – la pagliera della vedova Filomena Tummolo – che fu data alle fiamme per inviare un messaggio ai comuni limitrofi.
Queste informazioni sono passate alla storia grazie al rapporto che, il giorno seguente, il sindaco Curci fece al Giudice del Mandamento di Orta, Talia. Da questi documenti si apprende tutta la ferocia di quei briganti che, dai Monti Dauni fino al Tavoliere, inseguirono il Reggimento dell’esercito per dare una sonora dimostrazione di forza. Tutti i cittadini che avevano dato riparo e collaborazione ai briganti furono denunciati alle autorità. Seguiranno interrogatori e condanne, mentre la storia poi volgerà dalla parte che tutti sappiamo.
FONTE STORICA:
UNA NOTTE DI FUOCO A STORNARA E STORNARELLA
BIBLIOTECA PROVINCIALE DI FOGGIA
DORA DONOFRIO DEL VECCHIO