Intervenuto al webinar organizzato dal Partito Democratico di Ascoli Satriano – e trasmesso in diretta dal Megafono5RS – il segretario nazionale Fismic Confsal, Roberto Di Maulo, ha predicato cautela nei confronti della paventata dismissione di alcune linee produttive dello stabilimento Stellantis di Melfi. La notizia sta provocando i timori di tanti lavoratori della Basilicata e della provincia di Foggia, nonché la mobilitazione della politica locale. Ma l’esponente apicale di uno dei sindacati più importanti del settore ha lasciato trasparire un certo ottimismo, anche in vista dell’incontro che si terrà a Torino, alla presenza dei vertici della multinazionale dell’auto, il prossimo 15 aprile.

“E’ necessario dissipare una serie di luoghi comuni, sollevati sopratutto da chi non conosce il settore della manifattura” – afferma Di Maulo. “Avrei capito questa discussione se fosse stata fatta a Cassino, il cui stabilimento l’anno scorso ha prodotto soltanto 10.000 vetture, che è meno di quanto viene prodotto a Melfi in una settimana e mezza. E’ giusto avere preoccupazione e cercare di proteggere i lavoratori di Melfi, ma bisogna tener presente che cosa sta succedendo in questo momento, ovvero due fenomeni che sono congiunti. Innanzitutto il mercato che sta scendendo e poi la sospensione degli incentivi statali”. Queste sarebbero le motivazioni anche avrebbero portato alla perdurante cassa integrazione per alcune linee dello stabilimento, secondo quanto consentito dalle normative introdotte durante l’emergenza sanitaria.

Il segretario Di Maulo ha poi sottolineato l’importanza strategia del sito prodotuttivo di Melfi, anche in virtù del processo di riconversione energetica. “Forse sarò troppo ottimista – continua Di Maulo – ma così come dalla fusione con gli americani la Fiat ha guadagnato (tra cui proprio lo stabilimento di Melfi), penso che avverrà lo stesso per effetto della fusione con i francesi. Io non so cosa ci diranno il 15 aprile nella riunione, ma Tavares (ndr. Amministratore Delegato Stellantis) ha sempre avuto un grande rispetto per la forza-lavoro italiana. Credo che sia necessario riportare la discussione con i piedi per terra e non fasciarsi la testa prima di rompersela, prestando comunque grande rispetto alle preoccupazioni dei lavoratori. Lo stabilimento di Melfi – prosegue il segretario generale – è stato uno dei primi al mondo ad effettuare un salto tecnologico volto alla mobilità elettrica, questo ancora prima di altre parti del mondo. Per questo credo che oggi, con la solida certezza di una proprietà che è il quarto gruppo mondiale dell’auto, i lavoratori Stellantis debbano stare più sicuro di quanto lo siano stati in passato”.

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