ORTA NOVA, 14/04/2021. C’è anche Rocco Di Corato, 28 anni, assistente di volo di Orta Nova, tra le 71 persone che sono state selezionate per la sperimentazione del vaccino italiano Reithera, presso il Policlinico Riuniti di Foggia. In questi giorni si sta tenendo la somministrazione delle seconde dosi, al fine di reperire dei dati utili alla documentazione che porterà all’approvazione del vaccino. L’Italia ripone grande fiducia in questo siero, perché essendo prodotto completamente sul territorio nazionale, può sveltire il processo di immunizzazione di massa. Ecco perché l’atto di coraggio e fiducia nella scienza di persone come Rocco di Corato risulta di fondamentale importanza.

Rocco lo scorso 30 marzo si è recato presso la struttura complessa di Malattie Infettive del nosocomio foggiano per l’inoculazione della prima dose e, ai microfoni de Il Megafono, racconta la sua esperienza. “È nato tutto casualmente – spiega Rocco Di Corato – un pomeriggio di alcune settimane fa sono venuto a conoscenza di questa sperimentazione di un vaccino Made in Italy e senza molte attese ho mandato la mia candidatura. In quel momento ho pensato che magari ci sarebbe stata tanta gente prima di me, invece sono stato chiamato”. La somministrazione si è verificata senza alcun problema di sorta, soltanto qualche dolorino nelle ore successive, ma è quanto già abbiamo imparato a vedere per tutti gli altri vaccini.

Rocco dal 2018 ha intrapreso la professione di assistente di volo per una compagnia internazionale e in aereo, così come con la scienza, risulta fondamentale fidarsi di chi conduce le operazioni. Nessun salto nel vuoto, ma soltanto la fiera consapevolezza di valicare i confini del ponderabile per dare dei benefici alla collettività. “Ho accettato di donare la mia completa fiducia alla scienza, non ci ho riflettuto nemmeno un secondo, perché per me ogni cosa che facciamo ogni giorno, in sostanza, non è nient’altro che riporre completa fiducia incondizionata per qualcosa che è sicuramente il risultato di un’opera scientifica”. Adesso anche Rocco Di Corato è atteso dalla seconda dose, per lui già programmata per la giornata del 20 aprile. Dopo questo passaggio, la sperimentazione prevede un tampone e un test sierologico per tutti, per reperire ulteriori dati. A Foggia le sperimentazioni avvengono sotto la supervisione del prof. Sergio Lo Caputo, assistito dalla sua equipe composta dalle dottoresse Serena Rita Bruno, Marianna Rizzo e Marta Rispoli; alle study investigator e study nurse coordinator Roberta Doto e Michela Arbolin.

Il policlinico Riuniti di Foggia è tra i primi centri su scala nazionale ad aver intrapreso questa sperimentazione. Ecco perché il gesto di Rocco risulta un vero e proprio atto di filantropia, nella speranza che presto si possa disporre di quest’arma in più per combattere il Covid. “Non mi sento un eroe ma un cittadino normale che cerca di fare la sua parte. Spero che questo mio piccolo contributo possa essere utile a velocizzare il più possibile la fine di questo periodo di trial, cosicché venga messo al più presto in commercio un vaccino italiano che possa quindi indirizzare il nostro paese ad una indipendenza nella produzione, unica vera chiave per uscire da questa situazione che da un anno sta stremando tutti. E’ necessario sensibilizzare il più possibile la gente ad avere fiducia nella scienza e nei vaccini” – conclude Di Corato. “Nella mia città ci sono troppe persone che si sono tirate indietro a causa della cattiva comunicazione che è stata fatta su determinati vaccini. Nello stato attuale, in cui continuano a morire molte persone di Covid, non possiamo permetterci tutta questa superficialità”.



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