Numerose ecoballe di rifiuti sono andate a fuoco in agro di Stornarella. L’incendio ha riguardato delle grosse quantità di scarti urbani che sono stati smaltiti illegalmente nelle campagne dei Reali Siti a partire dal febbraio del 2020, quando l’Italia stava per conoscere i primi lockdown da Covid-19. Fu quello il periodo in cui ignoti, approfittando dell’assenza di occhi indiscreti, scaricarono un intero camion in una proprietà privata tra Stornarella e Orta Nova, causando un danno ambientale gigantesco sia a carico del Comune che del proprietario del terreno.

Dopo oltre un anno e mezzo di rifiuti esposti alle intemperie e dopo il sequestro dell’area ad opera della locale Procura della Repubblica, qualcuno ha pensato bene di dare alle fiamme parte della grossa massa che contiene scarti urbani provenienti dalla provincia del casertano. Questo si evince chiaramente dai ‘targhettini’ presenti sui rifiuti già compattati e scaricati impropriamente nelle campagne stornarellesi. Del caso se ne occuparono anche le trasmissioni televisive nazionali – come Report e Striscia La Notizia – evidenziando la possibile presenza di una vera e propria tratta dei rifiuti che congiunge le province campane alla Capitanata e che opera in questo modo per risparmiare sui costi di smaltimento.

Oggi l’extrema ratio dell’incendio, con le autorità che ora dovranno accertare un ulteriore reato di carattere ambientale. Sul posto, allertati dai cittadini e dall’amministrazione locale, sono giunti i Carabinieri del Noe e i pompieri che hanno chiesto il supporto di una ruspa per ripulire l’area e consentire lo spegnimento totale delle lingue di fuoco. L’incendio si è sviluppato a partire dalle ore 20:30 della serata di lunedì 20 settembre, con la nube di fumo che era ben visibile distintamente anche dai Comuni limitrofi.

Si è trattato di un ulteriore smacco ai danni del Comune di Stornarella, il cui sindaco ha chiesto che l’area venga dissequestrata per provvedere alla pulizia. “Dopo l’incendio speriamo che la Procura proceda al dissequestro e che si possa sgomberare definitivamente l’area sui cui sono ancora presenti delle balle che non hanno preso fuoco. Abbiamo seguito sin da subito la vicenda” – spiega il sindaco di Massimo Colia – “ma non potevamo intervenire con lo sgombero proprio in virtù del sequestro”.

“Questi comportamenti – sottolinea il primo cittadino – danneggiano il nostro territorio a forte vocazione agricola, ma danneggiano anche le casse dei Comuni che devono reperire le risorse per lo smaltimento”. Il primo cittadino, insieme ai sindaci degli altri centri del comprensorio, sta studiando una convenzione con un’associazione di guardiania ambientale per disporre anche di droni. Sono questi gli strumenti che al giorno d’oggi possono cercare di limitare i danni e scoprire i primi focolai nelle zone impervie delle campagne del Tavoliere.

FONTE: L’IMMEDIATO



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