È il sogno di ogni bambino che inizia a palleggiare nei campi di provincia, quello di esordire un giorno in Serie A. Luigi Samele, calciatore di Carapelle, lo scorso 6 gennaio è riuscito a realizzare il suo sogno, entrando all’88’ al Mapei Stadium di Reggio Emilia, nel match casalingo del suo Sassuolo contro il Genoa. Ha colto la palla al balzo – è proprio il caso di dirlo – tra tante defezioni tra le fila dei neroverdi, ma il traguardo conquistato dal giovane carapellese (classe 2002) è tutto frutto del suo sacrificio e della sua grande stagione giocata in primavera (10 presenze e 6 gol).

“Quando sono rientrato negli spogliatoi – racconta Samele a l’Immediato – avevo lo sguardo perso nel vuoto. Mi sono fermato a pensare e mi sono passati davanti tutti i sacrifici e tutti i chilometri che hanno percorso i miei genitori per accompagnarmi agli allenamenti, quando ero più piccolo. La mia famiglia mi è stata molto vicina e devo a loro questo traguardo. È stata un’emozione indescrivibile e spero di poter presto tornare a provare emozioni di questo tipo”. Dopo una lunga gavetta con le maglie di Foggia, Bari e Teramo, l’attaccante di Capitanata ha avuto l’opportunità di passare nel calcio professionistico con un’esperienza a Monopoli. Lo scherzo del destino è stato quello di segnare il primo gol tra i professionisti proprio contro il “suo” Foggia. “Sono scoppiato a piangere. Dopo quel gol ho ripensato a tutto il mio percorso fatto di delusioni ma anche soddisfazioni. È stata una rivincita per me” – ricorda Samele. Subito dopo Francesco Palmieri, responsabile del Settore Giovanile del Sassuolo, mise gli occhi su di lui, facendolo approdare in Emilia. Dopo un bel filotto con la primavera Samele si è guadagnato la chiamata in prima squadra con mister Dionisi.

Sassuolo è l’isola felice del calcio italiano. Un club che ogni anno sforna grandi talenti, una vera e propria fucina di campioni per la nazionale italiana che attinge sempre più di frequente tra le fila neroverdi. Anche per questi motivi è forse il contesto migliore dove un calciatore può maturare con serenità e apprendere guardando i grandi. Inoltre a Sassuolo c’è già una bella tradizione di foggiani, con Paolo Bianco che è stato un vero e proprio veterano della squadra emiliana. “Sassuolo è una città molto tranquilla – spiega Samele –, ho conosciuto Paolo l’anno scorso appena arrivato e mi aiutò parecchio ad ambientarmi. Qui ho trovato una piazza che ti permette di crescere sia dal punto di vista calcistico che umano. Allenarsi con grandi professionisti è sicuramente fonte di ispirazione”.

Parlando con Samele ci si accorge che tutti i luoghi comuni sui giovani calciatori vengono messi da parte. È un ragazzo serio e determinato, che non si sente arrivato ma che anzi si sente ai blocchi di partenza. Con un sogno appena realizzato guarda già ai prossimi obiettivi, così come è nelle corde delle persone destinate a far parlare di sé. Si ispira a Ibrahimovic e Dzeko che sono due veri e propri riferimenti per il ruolo, tra gli attaccanti presenti in Serie A. Alla loro fisicità e al loro carattere cerca di tendere il giovane carapellese che però già si allena con altri attaccanti che possono essere da esempio. “Un altro riferimento ce l’ho in prima squadra – afferma Samele –: Gianluca Scamacca è un ottimo attaccante, cerco di ‘rubare’ tanto da lui, dalle sue qualità, dai suoi movimenti. Sicuramente in prima squadra ho tanti modelli importanti a cui ispirarmi, come Berardi, Magnanelli, Peluso, Pegolo Ferrari, calciatori che hanno scritto pagine di storia per questo club e che oggi mi stanno dando una mano per crescere”.

Gli hanno dato una grande mano anche i suoi amici di Carapelle e della provincia di Foggia. Il ricordo della sua terra di origine e dei suoi amici è sempre nel cuore del giovane calciatore anche se il lavoro lo ha portato lontano da casa. “Mi hanno aiutato a diventare l’uomo che sono. Mi hanno aiutato anche le delusioni – aggiunge Samele -. Dico questo perché nel contesto della provincia di Foggia non è facile, non abbiamo tante strutture dove praticare sport. È triste vedere che siano sempre meno i bambini a giocare a pallone per strada – conclude -. Spero che guardando la Serie A questi ragazzi possano imparare a sognare, così come è stato per me e per i miei amici quando eravamo più piccoli”.

FONTE: L’IMMEDIATO



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