Suscita dibattito, a Stornara, la scelta dell’Amministrazione comunale di collocare il campo rom al di fuori del centro abitato dopo la conferenza stampa del sindaco Nigro dei giorni scorsi (https://ilmegafono.eu/2023/03/30/campo-rom-a-stornara-il-sindaco-nigro-batte-i-pugni-lo-sposteremo-in-periferia-non-siamo-ne-razzisti-ne-incompetenti/). Nei giorni scorsi c’era stata la nota stampa a firma di Marco Di Meo, portavoce del comitato di Stornara, che rivendicava “l’assenza di coinvolgimento in merito alla realizzazione di una foresteria”.
Oggi arriva invece la nota di Daniele Calamita, agronomo-sindacalista, esperto di politiche sociali: “Per per anni ho seguito le politiche per migranti e per anni ho sempre riscontrato un’assenza di partecipazione da parte dei cittadini comuni, come se la cosa non li riguardasse e il problema fosse sempre e solo delle istituzioni; qui siamo nel caso opposto, ci sono cittadini che vogliono farsi carico della questione, dare il loro contributo, partecipare alla creazione di percorsi di inclusione e sicurezza per gli abitanti della foresteria e chi si sottrae al confronto è chi dovrebbe fare i salti di gioia per questa disponibilità. Trovo anche ulteriormente paradossale che vi sia la disponibilità di suoli pubblici (dell’ERSAP – Regione Puglia) e si decida di allocare la foresteria in terreni privati, distanti chilometri dal centro abitato e in contesto, da quel che leggo, pericolosi per l’incolumità degli occupanti, soprattutto dei minori”.
Continua Calamita: “Da originario di Stornara, ritrovo in questa disponibilità e questa attenzione, del comitato, la forte volontà di inclusione che i cittadini di questo piccolo centro abitato hanno sempre manifestato, un paese che per primo in Italia negli anni 80’ realizzò un campo di accoglienza per lavoratori migranti dediti all’agricoltura, e che negli anni ha sempre teso la mano verso i più deboli e gli emarginati. Il mio auspicio e che prevalga il buon senso e che gli Amministratori Locali aprano un confronto costruttivo e si aprono a percorsi di democrazia partecipata, superando quelle che a mio avviso sono delle incomprensioni che stanno limitando un dialogo costruttivo per il bene della collettività”.